Si vota in Abruzzo, per il rinnovo del consiglio regionale, e puntualmente viene rilanciato il tema degli ormai famigerati «accordi di confine» per migliorare l’offerta sanitaria che, teoricamente, sarebbe un diritto nelle zone e nei Comuni a cavallo tra le due regioni. Nei giorni scorsi l’argomento è stato rispolverato dall’attuale governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio in visita istituzionale-elettorale a Rosello, a due passi dall’alto Molise. Ricevuto dal sindaco Alessio Monaco, il presidente della Regione Abruzzo ha parlato «di una ipotesi di accordo di confine con il Molise per garantire una migliore assistenza sanitaria e la questione legata al completamento della Fondovalle Sangro». Gli accordi di confine tra Abruzzo e Molise, in materia sanitaria, sono stati ideati dall’allora assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci, quando era presidente del Molise Paolo Frattura. L’intesa riguardava in particolare la cosiddetta emergenza/urgenza, quella ictus e la rete cardiologica, ma anche la messa in rete delle postazioni di confine del 118 di Molise ed Abruzzo: l’ospedale di area particolarmente disagiata di Castel di Sangro sarebbe diventato il riferimento per il servizio di pronto soccorso per alcuni centri molisani, quali San Pietro Avellana, Castel del Giudice, Sant’Angelo del Pesco ad esempio, mentre l’ospedale di area particolarmente disagiata di Agnone sarebbe dovuto diventare il riferimento per il pronto soccorso dell’alto Vastese, con impegno della Regione Abruzzo di garantire personale medico per la copertura dei turni. Accordi già messi nero su bianco, saltati poi per inspiegabili motivi, ma comunque riconducibili alla classe politica molisana. Poi il cambio di maggioranza in Abruzzo, con il nuovo assessore regionale Nicoletta Verì che annullò il tutto considerando troppo penalizzante ed onerosa per l’Abruzzo la bozza di accordo stilata dal centrosinistra. Da allora il silenzio più assoluto da parte di entrambe le Regioni, salvo l’estemporanea dichiarazione del presidente Roberti, nelle scorse settimane, in visita al “Caracciolo” di Agnone. Il presidente tirò fuori il tema degli accordi di confine come unica possibilità di restituire importanza strategica e dignità operativa all’ospedale di area disagiata di Agnone che ha perso, proprio in questi giorni, anche il servizio cucina, oltre a quello del laboratorio analisi, tra pensionamenti e dimissioni.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.