Terremoto politico in seno alla giunta del Comune di Agnone: il vice sindaco Linda Marcovecchio, con delega alle Opere pubbliche, e l’assessore al Bilancio, Annalisa Melloni, rassegnano le proprie dimissioni.
Alla base della clamorosa decisione l’installazione della centrale a biomasse, progetto che, nel frattempo, ha ricevuto il parere negativo della Soprintendenza del Molise. Di conseguenza, il sindaco Lorenzo Marcovecchio ha azzerato l’esecutivo. E’ quanto accaduto durante i lavori del consiglio comunale pre-natalizio che vedeva la discussione dell’impianto a biometano sul territorio di Agnone, al confine con Belmonte del Sannio. A Palazzo San Francesco, durante i lavori, presenti numerosi cittadini, il sindaco di Belmonte del Sannio, Anita Di Primio, e il consigliere regionale, Andrea Greco. A dare notizia del diniego della Soprintendenza alla realizzazione della centrale, lo stesso Lorenzo Marcovecchio tra i principali fautori dell’iniziativa che a suo dire andava fatta per sollevare le aziende del territorio da costi in merito allo smaltimento di letame, pollina e siero. Non dello stesso avviso Linda Marcovecchio e Annalisa Melloni che hanno ribadito come l’impianto da 800 kw è sovradimensionato rispetto alle esigenze di un’area, la quale, deve progettare il suo futuro sulla valorizzazione ambientale di pari intesa con i centri limitrofi. A cantare vittoria e accusare la maggioranza di superficialità e approssimazione nel gestire l’intera vicenda, i consiglieri di minoranza Daniele Saia, Pina Catauro e Vincenzo Scarano che nelle settimane scorse, sul tema biomasse, hanno promosso incontri e dibattiti con cittadini e istituzioni.
«Di fatto la maggioranza di centrodestra non esiste più» ha commentato Saia di Nuovo Sogno Agnonese al termine dell’assise. «Oggi vince il popolo contrario alla realizzazione di un impianto che avrebbe azzerato secoli di storia, che dell’ambiente è riuscito a costruire le sue maggiori fortune come riconosciuto da addetti ai lavori su scala nazionale e internazionale».
«Se prima di oggi la maggioranza di centrodestra non si era mai pronunciata sulla realizzazione della centrale a biomasse, è perché si rischiava di poter creare un contenzioso milionario con la società che ha promosso il progetto su un terreno di un privato», le parole del sindaco di Agnone che poi ha ammesso di avere in affitto a Roma una stanza di un socio della “Circeo Agricola srl”. Durissima la reprimenda dell’assessore all’Agricoltura, Tonino Scampamorte, che ha puntato il dito su chi fa il disfattista e accusa la maggioranza di superficialità, ma al tempo stesso non conosce le reali esigenze di agricoltori e allevatori della zona.
«L’Europa e l’Italia, dove lo stesso Pd è d’accordo, ci dicono che impianti del genere vanno realizzati, dico che stiamo perdendo una grande occasione di sviluppo capace di creare posti di lavoro, merce rara da queste parti. Prendiamo atto del parere della Soprintendenza e della volontà popolare, al tempo stesso mi auguro che in futuro non si pianga su una opportunità che difficilmente passerà ancora».
«Abbiamo sfiorato una tragedia in termini ambientali e di salute» il commento di Pina Catauro che ha lamentato una mancata concertazione da parte della maggioranza su un tema che avrebbe potuto stravolgere l’habitat naturale di un’area incontaminata in termini di inquinamento. A tirar le somme con la bocciatura al progetto da parte della Soprintendenza, resta il dato politico con le dimissioni di due pezzi da novanta della giunta Marcovecchio. Primo cittadino che nei prossimi giorni sarà chiamato a raccogliere i cocci di un esecutivo sempre più traballante e che alla vigilia di San Silvestro rischia davvero di fare il botto.

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