Donare sangue senza un medico presente alle operazioni non è pensabile. E proprio l’assenza del medico durante i salassi sta creando una situazione al limite del paradosso: a circa cinquecento donatori di sangue di Agnone e dell’Alto Molise viene ormai impedito di donare. Una incredibile storia che va avanti da mesi. È un non senso, ma è quello che avviene per i tanti iscritti alla Fidas Agnone. Mentre c’è carenza di sangue praticamente in ogni ospedale, diverse centinaia di donatori pronti a mettersi a disposizione non vengono convocati per via di risibili questioni burocratiche tra l’Asrem e l’associazione agnonese. Il presidente onorario dell’associazione Nicolino Capparozza, infatti denuncia: «Da tempo chiediamo il rinnovo della convenzione tra l’Asrem e la nostra associazione».
«Da circa due mesi a 483 donatori di sangue dell’Alto Molise, iscritti all’associazione Fidas di Agnone, viene negata la possibilità di poter donare sangue, indispensabile per gli ospedali molisani – spiega il presidente del sodalizio di volontari -. La causa di ciò è legata al mancato rinnovo della convenzione tra Asrem e l’Associazione scaduta nel 2019 e che di fatto non consente la presenza di personale medico specializzato durante i salassi effettuati nell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone». Insomma, la solita questione legata alla mancanza di personale presso l’ospedale cittadino. La denuncia porta la firma del presidente onorario della Fidas, sezione comunale di Agnone, Nicola Capparozza, che per oggi, martedì 18 febbraio, annuncia un sit – in di protesta sotto la sede Asrem di via Ugo Petrella a Campobasso a partire dalle ore 9. Allo stesso tempo da segnalare le dimissioni da parte dei vertici Fidas di Agnone che non tollerano più una situazione del genere: «Per cercare di sopperire a questo disguido meramente burocratico – ha aggiunto Capparozza – nelle settimane scorse di pari intesa con il presidente nazionale Fidas, Aldo Ozino Caligaris abbiamo chiesto, tramite nota scritta, un incontro con il commissario Asrem, tuttavia ad oggi aspettiamo ancora la convocazione. Per questa ragione, insieme a sessanta donatori di sangue della Fidas Agnone, questa mattina saremo presenti nel capoluogo di regione per chiedere venga sbloccata questa vicenda a dir poco incresciosa. Con noi ci sarà anche il presidente della Fidas – Molise, Franco Vitullo che ringraziamo per la sua vicinanza». Nelle ultime ore a sostenere la battaglia intrapresa dalla Fidas Agnone, anche la consigliera regionale di maggioranza, Aida Romagnuolo che ha definito inaccettabile una situazione del genere. «Così facendo spingono i donatori molisani a recarsi in Abruzzo con inevitabili ripercussioni di tipo sociale ed economico sul nostro territorio» ha aggiunto la Romagnuolo.

A pochi chilometri c’è l’Avis, molti volontari pronti a rivolgersi al distretto di Castiglione

E se in Alto Molise donare sangue è impossibile per via di ridicole questioni burocratiche, qualche chilometro oltre il confine con l’Abruzzo la raccolta continua con gli stessi ritmi di sempre, nonostante la riorganizzazione della rete trasfusionale disposta dall’azienda sanitaria abruzzese. E nell’attesa che l’Asrem si degni di risolvere la “vertenza” con la Fidas di Agnone, i tantissimi donatori dell’Alto Molise potrebbero andare a donare presso il distretto sanitario di Castiglione Messer Marino. Perché in fin dei conti l’importante è donare sangue, non con quale associazione si fa il nobile gesto. Qualcuno infatti già lo fa e potrebbe presto innescarsi un effetto domino. «La riorganizzazione della rete trasfusionale disposta dalla Asl non avrà alcuna ripercussione negativa né sui donatori, né sui pazienti, anzi, non potrà che portare miglioramenti». È quanto dichiara Silvana Di Palma, presidente provinciale dell’Avis, che intende così rassicurare i donatori dell’Alto Vastese e dell’Alto Molise che abitualmente donano presso la struttura di Castiglione.
«In questi giorni sono state diffuse sui media notizie in merito alla riorganizzazione della rete trasfusionale aziendale che hanno destato molta preoccupazione trai donatori di sangue e trai pazienti – spiega la pediatra di Castiglione Messer Marino -. È necessario pertanto rassicurare tutti, precisando meglio i termini della questione. Come sapete già da tempo la Asl di Chieti aveva in progetto di centralizzare le attività di lavorazione e qualificazione biologica del sangue in un’unica struttura denominata Officina Trasfusionale. Resta assolutamente immutata l’attuale organizzazione per la raccolta del sangue e per la gestione della terapia trasfusionale, erogata sia in ambulatorio che in costanza di ricovero. Quindi la nuova organizzazione non avrà alcun impatto né sui donatori, né sui pazienti. In particolare, visto che l’officina lavorerà su due turni e anche la domenica, questo consentirà di ampliare l’orario della raccolta del sangue in tutti i Centri di raccolta, con l’obiettivo di andare incontro alle esigenze di vita e di lavoro di tutti i donatori. Nessuna preoccupazione infine – aggiunge la presidente dell’Avis – per il trasporto del sangue che già da tempo è attivo e collega tutti Centri di Raccolta aziendali con i tre laboratori di produzione aziendali. I mezzi sono stati specificamente adeguati e certificati per il trasporto del sangue dei donatori. In conclusione la riorganizzazione proposta riteniamo che, se adeguatamente realizzata, non potrà che portare miglioramenti per i donatori ed i pazienti».

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