«A sostegno dell’ospedale San Francesco Caracciolo sono pronto ad attuare anche lo sciopero della fame». Se Asrem, Regione Molise e commissari ad acta continuano ad essere sordi e insensibili alle problematiche dell’unico avamposto sanitario dell’alto Molise, Andrea Greco rilancia in maniera decisa la sua azione. Il capogruppo del M5s in Consiglio regionale si dice pronto a tutto pur di lottare affinché vengano ripristinati e garantiti i servizi e le cure mediche alle popolazioni delle aree interne. Così sui titoli di coda dell’assemblea online organizzata nel fine settimana, alla presenza di studenti, amministratori, medici, parlamentari e finanche la Chiesa, Greco ha annunciato la possibilità di attuare un atto estremo come lo sciopero della fame. Una provocazione? Chi conosce Greco sa che il consigliere regionale non scherza ed è pronto a tutto pur di far valere i diritti di un territorio abbandonato dalla classe politica.
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere di opposizione al Comune di Agnone nonché reumatologo, Franco Paoletti che ancora una volta ribadisce un concetto chiave: «Non siamo qui a mendicare, sia ben chiaro. Chiediamo quello che ci spetta, ovvero una ripartizione del fondo sanitario regionale pari a 14-15 milioni di euro. Si tratta di un finanziamento di gran lunga inferiore di quanto viene destinato ad altre strutture e di quello che un tempo si assegnava all’ospedale di Agnone. Partendo da una base del genere – rimarca Paoletti – si garantirebbe tutta una serie di servizi indispensabili per soddisfare le esigenze dell’utenza la quale oggi, viste le carenze, si rivolge a strutture di fuori regione incentivando la mobilità passiva che poi grava sulle tasche di tutti i molisani».
Quanto evidenziato da Paoletti è riportato nero su bianco nel piano economico presentato lo scorso 6 luglio proprio ad Agnone. Un documento redatto da autorevoli addetti ai lavori e benedetto da numerosi sindaci di zona oltre che dal vescovo di Trivento, monsignor Claudio Palumbo.
«Torniamo a chiedere l’attuazione del Pos 2015-2018 che riconosce l’ospedale Caracciolo quale presidio di area particolarmente disagiata, piano di fatto mai entrato in vigore che continua ad eludere il D.M. 70 del 2015 – ha accusato don Francesco Martino – .Inutile sentenziare che questo atteggiamento risulta fuorilegge prima ancora di essere inumano nei confronti di quei cittadini che con enormi sacrifici pagano regolarmente le tasse e perseverano nel risiedere nelle aree montane già penalizzate da una viabilità disastrosa e da trasporti ridotti al lumicino».

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