«Grande solidarietà da parte delle istituzioni nei loro confronti, si conosce quali siano le difficoltà che incontrano gli agricoltori; conosciamo il livello dei rincaro dei carburanti e la sproporzione dei livelli di prezzo da quando si raccolgono i prodotti e quello che arriva sulle nostre tavole. Occorre una maggiore attenzione e un maggiore equilibrio. Soffriamo maledettamente questa politica europea e noi come Regione sollecitiamo il ministro Lollobrigida e metteremo in campo delle azioni che vorranno aiutare i coltivatori, come la sospensione dei mutui e nell’interessamento per la peronospora». Parole e atti concreti, quelli che il presidente della Giunta regionale del Molise, Francesco Roberti, ha pronunciato nella serata di ieri in piazza Donatori di Sangue, dove la colonna dei trattori, circa una ottantina, è tornata dopo il viaggio di protesta effettuato ieri mattina, dal centro di Termoli verso Sud, attraversando via Corsica, la statale 87 e quindi l’arrivo sulla Bifernina al bivio di San Martino in Pensilis. Uniti per l’Agricoltura sta prendendo piede come azione di rivalsa e rimostranza, anche se restano sulla strada anche i disagi per un basso Molise che in simili circostanze viene di fatto paralizzato, ma se ne comprendono le ragioni, giorno dopo giorno, sempre di più. Un manifesto funebre stampato all’abbisogna recisa: «Addio ai valori della nostra cara agricoltura». Roberti, inoltre, nel frastuono generale dei clacson che hanno assordati l’intera zona del vecchio ospedale, ha riferito di voler insediare un tavolo agricolo aperto anche alle associazioni di categoria. Il verno nervo scoperto di questa vicenda, infatti, non è il dialogo mancante con le istituzioni, che sostanzialmente c’è sempre stato e scevro dalle strumentalizzazioni, ma la dicotomia di posizioni tra confederazioni di coltivatori e allevatori da una parte e i movimenti spontanei. Uniti per l’Agricoltura ribadisce anche il cuore del documento che venne diffuso negli ultimi giorni, volantino affisso un po’ ovunque per sensibilizzare l’opinione pubblica. II motivo di questo ennesimo corteo, organizzato dei giovani è dettato dall’assenza di soluzioni e speranze per il loro futuro, e le misure che lo Stato intende adottare non sarebbero sufficienti a soddisfare le loro richieste. Gli agricoltori tengo a sottolineare che sono costretti a chiedere interventi e aiuti dell’Europa, dello Stato e della Regione solo perché i prezzi dei loro prodotti sono quotati quasi a zero e non permettono la loro sopravvivenza, altrimenti ne farebbero volentieri a meno. I giovani non sembrano mollare la lotta per rivendicare i lori diritti nel tutelare le loro aziende e il loro futuro. Politiche nazionali che non fanno altro che mettere i bastoni tra le ruote a chi decide di continuare a credere e investire in questo settore: la decisione di non prorogare l’ esenzione Irpef sui nostri terreni, l’abrogazione del credito d’imposta sul gasolio agricolo per far fronte ad un caro gasolio senza precedenti, la non valorizzazione del prodotto made in Italy, gli scarsi controlli sulla veridicità di quanto indicato in etichetta, i mancati risarcimenti a fronte delle numerose e sempre più frequenti calamità naturali. Ed ancora la nostra regione Molise che non prende posizione sulle problematiche relative alla fauna selvatica, che devasta letteralmente le nostre coltivazioni non permettendo, dopo un intero anno di lavoro, nemmeno di recuperare i costi di produzione sostenuti; la non disponibilità di fondi e la difficoltà a reperirne per quanto riguarda i “bandi Psr” e le “misure a superficie” nonostante i costi sostenuti dalle aziende per soddisfarne i requisiti; Consorzi di Bonifica ormai inesistenti per quanto riguarda l’erogazione dei servizi ma ben presenti al momento di esigere tributi. Per ultimo ma non per importanza, il continuo dover far fronte ai cambiamenti climatici che ormai all’evidenza di tutti mettono in ginocchio le nostre coltivazioni. A seguito di questo elenco di problematiche, seppur riassuntivo, è facile pensare che le nostre richieste siano finalizzate soltanto a ricevere contributi. Non è nei nostri interessi!

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