Alle 11.32 tutti fermi a San Giuliano di Puglia per la commemorazione delle vittime del sisma, anche se un piccolo inghippo tecnico ha inciso sulla cerimonia alla campana commemorativa protagonista inattesa alla cerimonia in cimitero a San Giuliano di Puglia in ricordo delle vittime del sisma del 31 ottobre 2002: in apertura della commemorazione la campana si è bloccata al secondo rintocco dei 30 in ricordo delle vittime. Otto minuti più tardi, il sindaco Ferrante con il Presidente del Comitato Vittime Antonio Morelli, hanno ripristinato la funzionalità della campana e i rintocchi sono proseguiti fino a 30. Nella legenda situata proprio sotto la struttura che la sorregge, è spiegato il significato di ogni suono: il primo rintocco ė la voce della maestra che chiama l’appello degli alunni, poi le 27 risposte dei ‘presenti’; gli ultimi due sono in memoria di anziani morti nei crolli delle loro abitazioni.
Cinquanta le persone ammesse alla cerimonia.
L’emergenza Covid impatta anche sulla Giornata della memoria a San Giuliano, mai così poco partecipata da 18 anni a questa parte, ma è lo scotto che tutti dobbiamo pagare a causa della pandemia, che sta sconvolgendo autenticamente ogni angolo del globo, o quasi.
Corteo dal cimitero e fiaccolata integrale non sono state previste nel programma, la commemorazione al cimitero con poche presenze, selezionate, per rendere omaggio alle 30 vittime del sisma che il 31 ottobre 2002 devastò il paese e il comprensorio frentano, uccidendo 27 bambini e 3 adulti.
Presenti il sindaco Giuseppe Ferrante, il parroco, i consiglieri regionali Aida Romagnuolo -delegata dall’assemblea di Palazzo D’Aimmo – Valerio Fontana, Vittorio Nola, il prefetto Federico e la rappresentanza delle forze dell’ordine e del comitato vittime.
Dopo i 30 rintocchi della campana, il momento di silenzio squarciato dal dolore e dalla riflessione nel ricordo della tragedia di 18 anni fa, la benedizione del sacerdote e anche comunicazioni di rito riguardo le celebrazioni religiose del primo novembre, ovviamente con norme anti-Covid.
Dopo la celebrazione al camposanto, dove sono tumulate le tombe degli angeli e dei due adulti uccisi dal terremoto (la maestra è sepolta a Colletorto) senza corteo le autorità si sono spostate al parco della Memoria, che sorge nel luogo in cui crollò la Jovine, per rendere omaggio al Monumento dedicato alle vittime e la deposizione della corona di fiori. «Ogni anno per noi è un giorno particolare, anche ogni dì San Giuliano di Puglia si ferma alle 11.32, nel ricordo dei poveri bimbi che non ci sono più. Ai miei concittadini dico che questo ricordo deve restare sempre vivo – parole del sindaco Giuseppe Ferrante – ma è già dentro di loro, e lo rimarrà per sempre. Oltretutto, l’assioma scuola sicura quest’anno va al di là di quello che abbiamo sempre perseguito dopo la tragedia della Jovine, con la pandemia da Covid e proprio alla vigilia abbiamo avuto un caso di positività in paese, il primo. Ora è in isolamento il paziente contagiato. Sulla scuola spero che si faccia un passo indietro, sia per la didattica in presenza che sui trasporti, quest’ultimo veicolo di contagio. La nostra comunità risponde bene a questa emergenza, anche se non immaginavo di dover fronteggiare uno scenario simile da primo cittadino. Speriamo che al di là di questo caso, si circoscriva il tutto».

La testimonianza di Aldo Ciccone, all’epoca vigile del fuoco sul posto

Ricordi…. Quante storie ho sentito e vissuto accompagnando le persone a deporre dei fiori e dire una preghiera sui resti della scuola crollata. Pochi giorni dopo la tragedia vedevo tante persone, spesso con dei fiori in mano, ferme davanti all’ingresso del paese. Chiesi come mai….ed il collega Vigile del Fuoco, addetto agli ingressi in zona rossa, mi disse che volevano andare a pregare e deporre dei fiori per i bimbi della alla scuola ma che non era possibile perché si stavano effettuando varie operazioni di messa in sicurezza. Pensai allora di utilizzare la pausa lavori per il pranzo, restando lì per accompagnare in sicurezza le persone. Durante il tragitto, ogni persona mi raccontava del figlio, del nipote, del cugino, del bimbo che vedeva tutti i giorni passare davanti casa felice di andare a scuola. Mi immedesimavo nei loro momenti di vita vissuta pensando che anche io avevo una figlia del’96 che era a scuola a Termoli negli stessi tragici momenti. Sono stato fortunato ad aver ascoltato le toccanti e splendide storie, che ormai fanno parte di me e che non dimenticherò mai, di tutte quelle persone ferite negli affetti più cari, e nello stesso tempo contento di aver dato la possibilità di deporre un semplice fiore e di dire una preghiera per i bimbi e la maestra, diventati stupendi angeli nel cielo.

 

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