Si è svolta lo scorso sabato, a Bojano, la cerimonia solenne di benedizione della Campana della carità dedicata a don Antonio Nuzzi, fatta realizzare proprio per iniziativa dell’associazione culturale nata in onore di una figura così carismatica e altruistica da lasciare un’impronta indelebile nella comunità. La campana, simbolo di unità e solidarietà, ma in questo caso anche di memoria, è costata 12mila euro ed è stata pagata grazie alle generose offerte di tanti bojanesi, amici di don Nuzzi di Toronto, di Teramo, della comunità di Sant’Angelo dei Lombardi e dei nipoti. Il bronzo è stato realizzato presso la prestigiosa fonderia della famiglia Marinelli ad Agnone, rinomata per la sua maestria nell’arte della fusione delle campane. La presenza di un membro della famiglia Marinelli all’evento di sabato scorso a Bojano ha aggiunto quindi un tocco di autenticità e grande significato a questo momento di commozione straordinaria. Tanti i cittadini presenti, così come i rappresentanti delle istituzioni locali: oltre ai Carabinieri della Compagnia di Bojano, era presente la vicesindaca Raffaella Columbro insieme ad alcuni assessori dell’amministrazione comunale. Per dare una mano ma anche per rappresentare l’importanza di un momento come questo, in loco anche diversi membri dell’associazione Carabinieri in congedo, dell’associazione Falco, del Comitato di quartiere Santa Maria dei Rivoli e gli Alpini, provenienti da tutta la regione. Una partecipazione numerosa che ancora una volta evidenzia quanto don Antonio Nuzzi sia amato e rispettato nella sua comunità e non solo. A curare il momento solenne della benedizione, in località Santa Maria dei Rivoli, il parroco don Giovanni di Vito. Nel suo discorso, don Giovanni ha sottolineato il profondo significato della Campana della carità.
«La carità è come la campana, deve suonare, deve arrivare lontano – ha detto -. Quando passeremo qui ricorderemo la figura di monsignor Nuzzi, ricorderemo che la nostra vita deve intessere giornalmente quella melodia di carità, come lui non ha mai smesso di fare e come fa una campana, ovvero senza rumore, senza clamore».
Parole che hanno toccato il cuore di tutti i presenti, ricordando l’importanza di praticare la carità nella vita quotidiana. Grande, incontenibile l’emozione al momento dei tre rintocchi della campana, seguiti da uno scrosciante applauso da parte del pubblico commosso. Poi, l’Inno d’Italia intonato con grazia dalla zampogna di Daniele Romano. Infine, l’accensione di piccoli fuochi pirotecnici all’attenti degli Alpini, per simboleggiare la luce della speranza e della solidarietà che don Antonio Nuzzi non ha mai smesso di portare nella vita delle persone, neanche dopo essere asceso in cielo.
Insomma, quello di sabato 9 settembre – oltretutto giorno del settimo anniversario dalla morte di Don Nuzzi – è stato un evento in grado di suscitare allo stesso tempo gioia e commozione per la comunità di Bojano, per i fedeli e per gli amici dell’ex vescovo che tanto ha fatto per i fedeli, per gli ammalati, per gli anziani, per i poveri e le persone più in difficoltà.
Essi si impegnano a tenere viva la memoria di questa figura straordinaria, attraverso le sue opere e la Campana della carità che, continuando a suonare come un segno tangibile dell’eredità di don Antonio Nuzzi, ne è un simbolo concreto, autentico. Sarà la sua presenza, saranno i suoi rintocchi a diffondere valori di solidarietà e generosità nell’animo delle persone, a ispirare futuri atti di gentilezza e dedizione al prossimo nella comunità di Bojano e oltre. Comincia così a prendere corpo il progetto dell’associazione Amici di monsignor Nuzzi di creare nella città in maniera diffusa la presenza di simboli e segni che parlino della sua storia, della sua testimonianza umana e cristiana, del suo apostolato, della sua imperitura vicinanza alle persone in difficoltà, sole e bisognose.

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