«Siamo esasperati per la massiccia presenza di cinghiali nella nostra zona – ha dichiarato un agricoltore di San Massimo -, è un problema abbastanza grave e preoccupante ma nessuno sembra prendere seriamente l’appello d’allarme che viene un po’ da tutta la regione, da sindaci, agricoltori, organizzazioni varie, semplici cittadini e automobilisti, e vedere di attuare interventi mirati per arginare questa eccessiva sovra-popolazione di ungulati estremamente pericolosi per la pubblica incolumità. A livello regionale sono anni che si parla di questo problema, però a tutt’oggi non è stato fatto ancora nulla di concreto. Mi ricordo che nel 2012 con l’allora assessore alle politiche agricole Fusco Perrella si riunì anche un tavolo tecnico regionale per pianificare gli interventi tesi a ridurre l’eccessivo numero di cinghiali sul territorio regionale e limitare quindi i danni di questi animali alle colture e all’ambiente e soprattutto all’incolumità delle persone. Sono trascorsi cinque anni è il problema si è ulteriormente aggravato in quanto la loro presenza sul territorio pare si sia triplicata».
L’aumento sproporzionato di cinghiali è dovuto anche al fatto che in passato sono stati liberati in tutto il territorio molisano specie di cinghiali non autoctone, con grande capacità di proliferazione, con il risultato che oggi c’è una vera e propria emergenza su tutto il territorio regionale a causa del loro elevatissimo numero. Infatti nella zona del Matese ormai non c’è giorno che non si intravvedono branchi di cinghiali attraversare in maniera indisturbata strade più o meno trafficate con il rischio di seri incidenti.
«L’altra sera vicino casa – ha raccontato una signora di San Massimo – ho contato la bellezza di una quarantina di cinghiali, un numero impressionante, c’erano dei cinghiali che sembravano dei vitelli per come era grandi. Siamo preoccupati e sfiduciati non solo perché ci stanno distruggendo tutto nei campi dopo duri e faticosi lavori, ma soprattutto perché sono estremamente pericolosi. I cani che abbiamo vicino casa l’altra sera si sono andati a nascondere sotto le macchine per la paura, viviamo tutti con l’incubo e il terrore di essere aggrediti. Spesso quando rientriamo a casa con la macchina siamo costretti a fermarci e aspettare che si spostino dalla strada, sono ormai diventati i padroni del territorio».
Ci è stato riferito che qualche sera addietro alcuni cinghiali hanno attraversato la strada provinciale tra il bivio di località Pinciere e la borgata Castellone, fortunatamente il conducente dell’automobile ha fatto in tempo a vederli in lontananza e a rallentare. Anche sul tratto Castellone e San Massimo sono frequenti gli attraversamenti stradali di questi “piccoli bisonti” nelle ore notturne. Lo stesso dicasi lungo la strada Di Penta, tra Bojano, San Polo Matese, Campochiaro e Guardiaregia. Ormai è una vera e propria emergenza ambientale, è diventato un pericolo costante per gli abitanti e non solo, delle periferie, come del resto lo è per chi decide di avventurarsi nei boschi ed inconsapevolmente si avvicina troppo ai cuccioli, come è successo qualche mese addietro ad un cercatore di funghi porcini.
Gli appelli e le lamentele sono diventati quasi quotidiani, gli agricoltori in particolare non sanno più a chi rivolgersi, visto che nessuna autorità sembra dare loro ascolto, la Regione Molise, inoltre, da qualche tempo non corrisponde più i danni per i raccolti che vengono sistematicamente presi di mira dalle incursioni degli ungulati che, dopo aver arato le colture, si spostano altrove alla ricerca di cibo.
Lo Stato e la Regione sembrano tutelare più gli animali che le aziende agricole che con il loro lavoro rappresentano l’economia e la sussistenza delle famiglie. La Regione Molise non può continuare ad ignorare la problematica limitandosi solo a proclami che poi restano lettera morta sulla carta. È necessario intervenire con urgenza adottando tutte le misure idonee per combattere il fenomeno della sovra-popolazione di cinghiali sul territorio che è diventata una piaga sociale di notevole portata con riflessi economici negativi.
Non va dimenticato che anche il Consiglio comunale di San Massimo di recente ha preso posizione contro i cinghiali facendo richiesta alle istituzioni preposte di mettere in campo opportuni interventi per contrastare la loro eccessiva presenza nel territorio.
Forse sarebbe opportuno, come hanno proposto diversi agricoltori, non chiudere per qualche anno la caccia al cinghiale, oltre ad adottare interventi mirati finalizzati a ridurre drasticamente il loro numero.
E.C.

Un Commento

  1. emanuela scrive:

    Anziché il rinvio dell’apertura della caccia come chiedono gli animalisti, sarebbe il caso di cominciare con gli abbattimenti in primisi dei cinghiali, per passare poi agli altri ungulati che rovinano le campagne. Mi sembra che il duro lavoro degli agricoltori, che lavorano per tutti noi, debba essere salvaguardato per tacere del fatto che i cinghiali sono pericolosi per l’uomo e per gli animali domestici.!!!

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