Per ora resterà dietro le sbarre con l’accusa di tentato omicidio. Ieri mattina non ha riposto alle domande del gip che ha dunque convalidato l’arresto e respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dal legale del dipendente della Banca di Credito cooperativo di Gambatesa che una settimana ha accoltellato il suo vicedirettore. Il 50enne ha però raccontato al legale «di aver subìto reiterate condotte ostili da parte del suo superiore – ha spiegato l’avvocato Antonio Cerella – , un atteggiamento che sarebbe alla base del raptus».
Il legale ha inoltre annunciato di essersi già rivolto al Tribunale del Riesame e l’udienza potrebbe essere fissata nei prossimi giorni. «Il fatto è grave – ha concluso – ma ritengo che ci siano i presupposti per richiedere una misura meno afflittiva, quella degli arresti domiciliari poiché non c’è il rischio di reiterazione del reato».
Intanto il vicedirettore colpito con quattro fendenti alla schiena, al collo e al volto oggi lascerà l’ospedale Cardarelli. Il 59enne ha subito un delicato intervento chirurgico per ridurre le lesioni: quella più grave ha sfiorato la carotide. La vittima, dopo le dimissioni, verrà ascoltata per la prima volta dai Carabinieri che stanno svolgendo le indagine su disposizione del sostituto Vittorio Gallucci. Proverà a ripercorrere quegli attimi di follia che, come confessato all’avvocato che lo assiste, da allora non gli permettono più di chiudere occhio. «La vittima è comprensibilmente ancora sotto shock – ha detto l’avvocato Gianfrancesco Cecanese – e dal giorno dell’aggressione, che è stata violentissima ed inaspettata, non riesce più a dormire. È stato colpito alle spalle – le informazioni acquisite dall’avvocato – mentre era seduto alla scrivania del suo ufficio. Quattro colpi, presumibilmente con un taglierino, sulla schiena, alla gola e sotto l’occhio sinistro».
Nel frattempo la Banca di credito cooperativo ha dato mandato al legale di notificare al dipendente in carcere la procedura di licenziamento e si costituirà, insieme alla vittima, parte civile: «L’istituto di credito – spiega Cecanese – , ha infatti subito un grave danno di immagine. Ci sono poi ovviamente i danni fisici e morali della vittima».
Sul fronte delle indagini i carabinieri sono ancora al lavoro per ricostruire la dinamica dell’aggressione. Il primo piano della Banca è stato posto sotto sequestro per permettere di effettuare tutti i rilievi. La scientifica ha prelevato i campioni di sangue presente in ufficio, mentre i militari hanno raccolto le testimonianze dei colleghi presenti e visionato i filmati delle telecamere interne. Oltre al movente, che resta poco chiaro, un altro elemento è avvolto dal mistero: la filiale è stata setacciata in ogni angolo ma dell’arma non c’è traccia. È verosimile, ma non ci sono ancora conferme, che il taglierino sia stato gettato in bagno.

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