Le ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Campobasso oltre a riconsegnare Palazzo San Giorgio al centrosinistra, dopo la parentesi Di Bartolomeo, hanno anche punito sonoramente le divisioni all’interno del centrodestra che all’appuntamento del 25 maggio si è presentato frammentato. Bocciate dall’elettorato le prove tecniche di creazione di un terzo polo fatto di simboli lontani dai partiti politici ma dove di fatto molti politici navigati di centrodestra, hanno aderito, contribuendo al risultato finale che non ha inorgoglito gli stessi candidati alla carica di consiglieri, come Pasquale Terzano, amministratore uscente, che a distanza di tre settimane dalla chiusura dei seggi, analizza il voto. “La sconfitta del Polo civico non è da attribuire a Michele Scasserra, che ha fatto tutto il possibile in campagna elettorale. I veri sconfitti sono coloro che prima lo hanno invogliato a candidarsi – dice Terzano  – e poi non sono stati capaci di sostenerlo. Questa competizione ha decretato la morte di quello che restava del centrodestra e il declino politico di coloro i quali lo rappresentavano. Infatti sono loro che hanno voluto a tutti i costi portare avanti questo progetto, senza aver avuto la capacità e la determinazione di portarlo avanti fino in fondo. Ed è stato ridicolo da parte di qualcuno sottolineare il buon risultato di una sola lista del Polo civico e non prendere atto della sua sconfitta complessiva e questo vuol dire essere ipocriti e politicamente miopi. Occorre far tesoro di questo risultato (ma anche di quello di Termoli), per costruire qualcosa di diverso che riscopra i valori della partecipazione autentica di giovani , donne ed uomini che vogliono cambiare la politica e soprattutto la società in cui vivono. Per questo con alcuni amici ci stiamo organizzando per dar vita ad un nuovo soggetto politico-culturale che sia capace di elaborale progetti e proposte di rinnovamento della società. Un appello – conclude Pasquale Terzano – va a tutti i cattolici affinché la loro partecipazione diretta sia vero lievito per la loro realizzazione”.

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