“Io non difendo ciò che non si può difendere, quello che sta succedendo oggi è la conseguenza di cinquant’anni di governo regionale di cui si salvano solo pochissime persone, e poi basta guardare quest’Aula per rendersi conto di quanto la questione dell’autonomia regionale sta a cuore a noi consiglieri comunali.  Non c’è quasi nessuno”. Una stoccata pesante quella di Maurizio D’Anchise dei Comunisti Italiani lanciata dai banchi della maggioranza di Palazzo San Giorgio nel corso dell’assise monotematica indetta per discutere della difesa dell’autonomia regionale, tema proposto dal consigliere della Coalizione civica Alberto Tramontano. L’ordine del giorno dell’autonomia della Regione Molise è passato comunque all’unanimità: 21 voti a favore.  Ad introdurre il tema lo stesso consigliere Tramontano che ha ripercorso le fasi storico-politiche che hanno portato al riconoscimento dello status di regione al territorio molisano, sottolineando l’importanza di attivare un processo di educazione-informazione capace di coinvolgere il mondo della scuola e dell’Università al fine di riscoprire gli elementi culturali, storici, ambientali e identitari che caratterizzano la Regione Molise. “Difendere l’autonomia del Molise – afferma Tramontano – significa tutelare i diritti dei molisani, garantire loro gli stessi servizi previsti a favore dei cittadini delle altre regioni, difendere l’autonomia non significa preservare delle poltrone, è una battaglia che rende giustizia delle lotte, delle azioni e dei movimenti che nel corso di decenni hanno gettato le basi per la istituzione della nostra Regione. Storia, tradizioni, valenze ambientali, servizi amministrativi e della giustizia sono aspetti identitari del Molise, la cui dignità va difesa in ogni sede e soprattutto con il coinvolgimento della comunità molisana:partire dal basso per orientare le scelte dei decisori politici nazionali”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Michele Durante: “Dobbiamo difendere le nostre tradizioni, la nostra cultura e la potenza di un popolo. Non si può cambiare la costituzione a suon di decreti, servono leggi costituzionali, perciò credo che dobbiamo continuare a lottare e a lottare dovrebbero essere tutti i comuni”.

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