Provinciali di Campobasso, Michele Coralbo replica alle accuse di Francesco Pilone.

“Dopo aver ascoltato le interviste del collega Pilone, ma soprattutto dopo aver letto le dichiarazioni del consigliere comunale Michele Scasserra, non posso più tacere sulla realtà dei fatti. Con queste parole il consigliere Coralbo replica a chi lo accusa di “tradimento politico” o “cambi di casacca”.

La mia azione politica in consiglio comunale a Campobasso è sempre stata netta e chiara ma soprattutto indirizzata in un’unica direzione, il bene comune, dichiara seccamente l’ingegnere di palazzo S. Giorgio. Chi si è candidato a sindaco di questa città dovrebbe invece far capire ai cittadini che lo hanno sostenuto, ma soprattutto ai consiglieri che si sono schierati con lui – continua Coralbo – perché non ha mai prodotto in due anni di mandato un solo documento che renda chiara la sua azione politica per la città. Dovrebbe far capire alla coalizione civica, insiste ancora il capogruppo di polo civico, perché dopo soli due anni di consiliatura Battista tre consiglieri su sei hanno di fatto abbandonato il gruppo.

Sono fiero della scelta politica fatta in occasione della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio Provinciale, continua Coralbo. In perfetta autonomia, è con un pensiero politico libero da vincoli economici, sono riuscito, unitamente al sindaco di Ripabottoni Orazio Civetta, ad organizzare una squadra di oltre cinquanta amministratori, rappresentanti di oltre ottomila cittadini Molisani, capace di sostenere le istanze dei terremotati, di chi ha conosciuto la paura del terremoto, di chi ha saputo ricostruire il proprio futuro, di chi difende con il lavoro e il sacrificio il valore economico culturale e sociale dei piccoli borghi Molisani. Con questo spirito – ribadisce Coralbo -, la squadra che si è costituita è pronta ad affrontare la sfida per le Regionali, a sostegno di chi il Molise lo vuol difendere veramente e non ambisce soltanto ad occupare una poltrona in consiglio Provinciale, come purtroppo ho sentito in queste ore. Il rammarico vero, conclude Coralbo, è apprendere dalla così detta classe dirigente, che chi ha un pensiero diverso dal proprio è un traditore. Questa è l’aberrazione della politica, della democrazia e del libero pensiero.  Questa è la negazione di ogni diritto dell’individuo ma soprattutto questo è il motivo che non può permettermi di continuare un percorso politico con chi intende la politica in questo modo”.

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