Una frazione abbandonata a se stessa e nella quale si è arrivati al paradosso: esauriti i loculi disponibili all’interno dell’area cimiteriale, a Santo Stefano è finanche vietato morire. Il danno e la beffa per i residenti, in prevalenza anziani, che vogliono essere seppelliti nel luogo in cui sono nati e non nel cimitero di San Giovanni, a Campobasso.

Pochi mesi fa di Santo Stefano si è parlato per una questione spinosa: l’amministrazione Battista ha individuato la frazione, che dista dal capoluogo una decina di chilometri, come location ‘ideale’ per la costruzione del forno crematorio. Un’ipotesi tornata in auge dopo l’approvazione della variante di piano per l’ampliamento del cimitero di Santo Stefano. Inutile dirlo, il progetto ha fatto accapponare la pelle ai cittadini della frazione che si stanno mobilitando per costituire un comitato.

A raccogliere il loro grido d’aiuto è il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro Pascale: da tempo sta chiedendo più attenzione per Santo Stefano (per il quale il sindaco ha designato pure un consigliere delegato, Maurizio D’Anchise) e più in generale per tutte le contrade. «Non parliamo di un paese, ma di una frazione di Campobasso a tutti gli effetti che non può essere abbandonata», tuona l’esponente dell’opposizione.

«A Santo Stefano – le parole di fuoco di Pascale – c’è lo spazio per realizzare nuovi loculi. E allora perché non si fa nulla? Se muore qualcuno, dove verrà seppellito?».

L’articolo completo domani su Primo Piano. 

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