Intonaci rovinati, muri danneggiati dalle scritte dei writers, tetti scoloriti dall’incuria del tempo, aule vuote e piene di polvere, vegetazione selvaggia che ricopre cortili che tempo fa ospitavano i giochi degli alunni. Altro che ‘Edmondo de Amicis’, la scuola diventata famosa con ‘Io speriamo che me la cavo’. In realtà non siamo a Napoli: basta fare un giro a Campobasso per accorgersi di quanto siano diventati ‘sgarrupati’ tanti plessi, prima frequentati da bambini e ragazzi, oggi dismessi e dimenticati. La chiusura, decretata dal Comune o Provincia, ne ha segnato il de profundis: ora sono abbandonati e decadenti. E il riutilizzo sembra in alcuni casi difficile.
Dopo lo sciame sismico di gennaio l’amministrazione di Palazzo San Giorgio ha chiuso l’istituto di via Crispi. A settembre è stata la volta della materna e della primaria di via D’Amato. Ma l’elenco delle ex scuole della città è lungo: è ormai irriconoscibile quella di via Kennedy, al centro di uno dei quartieri più popolosi e importanti del capoluogo. Dopo essere stata chiusa per motivi di sicurezza dall’ex sindaco Gino Di Bartolomeo, l’attuale primo cittadino Antonio Battista ne ha annunciato la vendita. Intanto, il plesso dedicato a Salvo D’Acquisto è stato preso di mira dai vandali: la facciata principale è irriconoscibile. E poi sui muri sono apparse alcune crepe, forse generate dagli ultimi terremoti, la pavimentazione antistante e il cancello verde chiuso da una piccola catena sono ormai consumati dall’incuria del tempo.

[wzslider autoplay=”true” transition=”‘slide’”]

Stesso destino per gli asili del quartiere Cep. La scuola materna di via Fortunato, circondata da un cancello pericolante, è ormai nascosta dalla vegetazione cresciuta a dismisura. Secondo alcune indiscrezioni, l’edificio potrebbe ospitare un centro di accoglienza. Il sindaco, sollecitato sulla questione, smentì questa ipotesi. Ma desta più di qualche dubbio il cartello apparso davanti al cancello d’ingresso: l’amministrazione ha stanziato circa 36mila euro per un intervento di messa in sicurezza dell’istituto del Cep Sud. Forse riaprirà?
Basta spostarsi di qualche centinaio di metri per trovare un altro asilo abbandonato, quello del Cep Nord. La ‘fotografia’ è simile per un immobile circondato da cespugli e rovi e dove finanche i bei tetti rossi sono scoloriti. Il destino del plesso è incerto: probabilmente verrà inglobato nell’area della nuova lottizzazione di San Giovanello dove saranno realizzate 100 abitazioni più un’area commerciale tra via Altobello e via San Giovanni in Golfo. In cambio l’imprenditore realizzerà una palestra.
Off limits pure l’istituto ‘Notte’ di via Sant’Antonio Abate che probabilmente riaprirà per essere trasformata in una scuola di formazione per chef se il Comune dovesse ricevere i fondi stanziati dal Governo per il piano di recupero delle periferie abbandonate.
Scolorito e trascurato appare anche l’ex Scientifico: il terremoto del 2002 ne svelò tutta la fragilità e la pericolosità. Ecco perché dall’edificio di via Scardocchia gli studenti del liceo vennero trasferiti nel nuovo stabile di via Facchinetti. Attualmente una piccola parte della scuola è sede del liceo artistico ‘Manzù’ (che nel frattempo ha lasciato la vecchia sede di via D’Amato che offriva poche garanzie dal punto di vista della sicurezza), ma gran parte del plesso è inutilizzato.
Discorso simile per l’ex Geometra: non è più una scuola in senso stretto (dopo l’approvazione del piano di dimensionamento scolastico), ora accoglie il Cpia (Centro istruzione per adulti) della Provincia di Campobasso.
Il futuro di questi spazi? Difficile dirlo, ma bisognerebbe almeno evitare che le ex scuole diventino una ‘calamita’ per gli animali o luogo di ritrovo notturno di sbandati. Ma è più facile che continueranno ad essere dimenticati.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.