Sono delusi, amareggiati. Non si aspettano novità eclatanti dalla commissione Lavori pubblici. La riunione è stata convocata oggi dal presidente Massarella su richiesta del consigliere di minoranza Francesco Pilone. All’ordine del giorno le soluzioni per risolvere l’emergenza alla Don Milani, i cui alunni hanno perso il diritto di una vita normale. Un’altra testimonianza di quanto sia stata stravolta la vita di questi bambini arriva dall’avvocato Stefano Brienza, portavoce del comitato dei genitori. «Una vita al contrario, la impossibilità di vivere le esperienze proprie del fanciullo, la costante violazione dei basilari diritti propri dei bambini: è questa la catartica ‘punizione’ inflitta ai piccoli cittadini da un’Amministrazione comunale che continua a dimostrare un aberrante disinteresse per l’emergenza più volte segnalata», scrive nella sua lettera.

«E già! Perché il primo disinteresse per le sorti di quei piccoli, il Comune lo ha già tacitamente manifestato quando dal lontano 2014 ha sepolto sotto una coltre di polvere la relazione dell’ingegnere Corsi che lapidariamente affermava la scarsa sicurezza della Don Milani. Il Comune ha fatto finta niente, ha ignorato quelle parole che hanno fatto gelare il sangue ad ogni genitore che sino all’ottobre del 2016 ha mandato il proprio figlio in quella scuola con mal riposta fiducia nelle Istituzioni cui affidava il personalissimo bene più prezioso. Quello sfidare la sorte quotidianamente sarebbe con molta probabilità durato all’infinito se un manipolo di genitori troppo curiosi non avesse deciso di spolverare quei faldoni dimenticati (chissà se volutamente o per inconsapevolezza, in ogni caso con colpa) e, leggendo semplicemente in italiano, non avesse scoperto le parole “pericolo…. ed alta vulnerabilità”. Quelle parole ti fanno abbracciare tuo figlio e ti inducono a chiedergli perdono per non averlo adeguatamente protetto per lungo tempo. Tu ti fidavi, le carte erano in regola ti era stato detto, poi figuriamoci se l’Amministrazione non bada a certe cose! Ma il Comune non ti chiede scusa, non si fa perdonare per l’inammissibile ‘dimenticanza’. Non gli passa neanche per la testa che debba farlo, anzi ti appioppa il doppio turno…. Così impari a fare il ficcanaso».

La lettera completa su Primo Piano. 

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