«Circa 500mila euro stanziati. Gli operai sono impegnati da alcuni giorni. Si è partiti dalle periferie e le zone intorno al centro cittadino. Bitumazione, segnaletica orizzontale e verticale, e risistemazione in generale. Si proseguirà ancora intorno alla città e poi dopo ferragosto si passerà al centro – ha spiegato l’assessore Maio- con la speranza di creare meno disagi possibili».
Era il 2015. A giudicare da come sono messe le strade nel capoluogo molisano oggi, a distanza di due anni e qualche mese, le parole di Maio sembrano tratte da una favoletta di quelle che si raccontano ai bambini, tipo “Pollicino”.
A prescindere dal fatto che Maio negli ultimi mesi è praticamente sparito dalla scena politica e mediatica della città (ma questa è un’altra storia) le condizioni di alcuni tratti viari importantissimi, come quello, ad esempio, che collega il centro cittadino alla zona commericiale-industriale – dove insistono due grandi centri commerciali, l’Enel, il cinema multisala, sei redazioni giornalistiche (Teleregione, Primo Piano Molise, Il Quotidiano del Molise, Telemolise, Trsp e la Rai), il McDonald’s, importanti megastore, rivenditori di auto e mezzi agricoli, associazioni di categoria come la Confcommercio – danno il senso di come l’assessore e la stessa amministrazione comunale abbiano a cuore i cittadini e più in generale gli utenti della strada. La viabilità della zona industriale è messa malissimo, alla stregua di luoghi attraversati da conflitti bellici. E non è un caso isolato (magari fosse così). Tante le segnalazioni dei lettori residenti tra le contrade Polese, Mascione e Colle Calcare che lamentano tratti impraticabili della strada che sale verso il cimitero del capoluogo.
Per non parlare delle condizioni dei giunti sui viadotti di raccordo della tangenziale (questi probabilmente non di competenza del Comune, ma poco cambia).
Il ritornello, come d’altronde hanno efficacemente illustrato i genitori nell’articolo di seguito pubblicato, è sempre lo stesso: non ci sono soldi in cassa. I soldi nelle casse del Comune non li mette la divina provvidenza. È piuttosto una questione di programmazione, di scelte. Di progettazione. Di visione del governo cittadino.
Le strade, così come la cura del verde o degli arredi, sono il biglietto da visita di una città. Danno il senso dello spessore di chi amministra. Non lo sostiene Primo Piano, accade così in tutto il mondo. Da Palermo ad Aosta, passando per Campobasso, fino a tutte le capitali del pianeta.
Gli amministratori della città talvolta si affaticano per sostenere che «Campobasso è il capoluogo del Molise». Che agiscano dunque da amministratori di un capoluogo. Altrimenti hanno l’efficace alternativa di farsi da parte.
ppm

Un Commento

  1. Massimo Mangialardo scrive:

    E’ tutto il capoluogo regionale ad essere messo malissimo, non sono solo le strade. Ma l’avete visto? Decoro perduto, verde pubblico da vedere al microscopio, edilizia orrenda fatta eccezione per il centro storico, puntuale ed impunita violazione delle regole da parte dei cittadini, quali ad esempio il divieto di passare in Piazza Prefettura nonostante i blocchi anti-terrorismo voluti dal Governo nazionale. E’ il caos fatto città. Andrebbe rasa al suolo e ricostruita.

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