Si è svolta domenica scorsa anche a Campobasso la Giornata nazionale delle persone con sindrome down organizzata dall’Aipd nelle principali piazze italiane. Gli associati, come ogni anno, hanno allestito uno stand in piazza Municipio per sensibilizzare la comunità a sostenere le loro attività.
L’Aipd opera ormai nel capoluogo molisano da più di vent’anni con un solo obiettivo: garantire alle persone con sindrome down gli stessi diritti e doveri di tutti e renderli il più possibile autonomi nell’affrontare la vita quotidiana.
Presente oltre ai ragazzi, alle famiglie, alla coordinatrice Patrizia Pennacchio, a operatori ‘storici’ come Manuel Pannitto e ai volontari dell’associazione, in prima linea anche la presidente della sezione di Campobasso dell’Aipd, Giovanna Grignoli: «La nostra associazione è una realtà che esiste dal 1995 con grossi problemi di sopravvivenza di natura economica, però cerchiamo con grande entusiasmo di fare sempre di più e sempre meglio. Gli obiettivi raggiunti finora sono tanti: innanzitutto una grande accettazione ed integrazione sul territorio, tant’è che abbiamo anche alcuni casi di persone con sindrome down che lavorano.
Il fiore all’occhiello dell’Aipd vuole essere infatti l’autonomia, perché una persona autonoma è una persona più accettata dalla società e può acquisire quelle competenze che gli faciliteranno la vita di tutti i giorni. Purtroppo – aggiunge la presidente Grignoli – spesso queste persone, terminato il ciclo scolastico, fanno fatica a trovare un impiego.
Per questo abbiamo avviato il Centro diurno “Casa nostra” al fine di attivare o riattivare competenze per l’autonomia. È strutturata come una casa di famiglia dove si fanno le pulizie, la spesa, ci si diverte, si cucina, ossia si mettono in atto tutte quelle pratiche che facilitano la vita.
L’obiettivo dell’associazione è certamente quello dell’integrazione, intesa proprio come “stessi diritti e stessi doveri”. Quindi il diritto delle persone con sindrome down ad avere una vita piena, ricca. Ma anche avere una casa, un lavoro, avere, perché no, una vita di coppia, tutti discorsi su cui stiamo lavorando.
Un altro obiettivo che ci preme raggiungere – sottolinea la presidente dell’Aipd di Campobasso – riguarda il “dopo di noi” ossia la grande preoccupazione che attanaglia tutti i genitori di persone disabili fin dal primo istante in cui nasce il bambino e che purtroppo li accompagna per il resto della vita.
Riuscire a trovare nel “durante” le soluzioni per assicurare ai genitori maggiore tranquillità per noi è auspicabile.
Poco tempo fa è stata approvata una legge a livello nazionale recepita anche dalla nostra Regione. Ora però dobbiamo lavorare per riempirla di contenuti, perché tutte le leggi sono buone ma se i contenuti non sono adeguati servono a ben poco. Proprio per facilitare anche alle famiglie il discorso del “dopo di noi” abbiamo attivato una serie di week-end dove i ragazzi cominciano a vivere il distacco familiare in modo tale che questa situazione non venga vissuta come un’emergenza o un trauma, bensì come un’opportunità di crescita. Vogliamo trasmettere il messaggio – conclude -che si può vivere anche senza i genitori, l’importante è garantire un contesto autonomo che li aiuti ad integrarsi sempre più».

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