È passato un anno – era il 3 novembre 2016 – da quando per motivi di sicurezza i cancelli della Don Milani si chiusero e per i circa 200 alunni, e i loro, genitori, iniziò l’incubo dei doppi turni. Poi i piccoli della scuola di via Leopardi vennero ‘trasferiti’ al Liceo Artistico Manzù, alla Petrone e nei locali della Facoltà di Economia messi a disposizione dall’Unimol, in attesa della riapertura della scuola di Vazzieri. Edificio che il Comune di Campobasso ha deciso di adeguare sismicamente, con un intervento di 370mila euro, ma il cantiere in via Leopardi non è stato ancora aperto. Un ‘dettaglio’ che non è passato inosservato ai genitori degli alunni e hai componenti del consiglio di istituto che hanno convocato una conferenza stampa domani mattina, alle ore 10.30, all’Istituto Igino Petrone, proprio ad un anno dalla chiusura della scuola. Il presidente del Consiglio d’istituto, Nicola Simonetti, nell’annunciare l’incontro con la stampa, non risparmia bordate all’indirizzo dell’Amministrazione Battista, «sorda rispetto alle problematiche legate ai diritti dei cittadini, ai diritti degli studenti e di tutti i lavoratori della scuola». Un indifferenza che accomuna, secondo Simonetti, anche molti genitori che nonostante vivano «una situazione al limite, ed in alcuni casi di vero pericolo, ma che aspettano fermi. Ed invece, spesso, notiamo come in tanti, pur lamentandosi, si voltino dall’altro lato o con le solite spallucce affermano “ma, tanto non cambia niente”. Avete pienamente ragione. Se voi stessi continuate a voltarvi e non affrontate le cose per quelle che sono, non affrontate le responsabilità che, qualcuno che dovrebbe prenderle, non fa per paura di offendere chi amministra la cosa pubblica. Chi oggi, o meglio un anno fa, sta affrontando la questione scuole, la sta affrontando promettendo ma senza fare, senza agire di netto ed in velocità, in emergenza. Il terremoto, augurandoci che mai si ripeta, non attende che le cose siano tutte sistemate, ma che almeno si provi ad avviare un percorso lungimirante, un percorso evolutivo. Ci riferiamo in particolare alla situazione legata alla Don Milani. In questi giorni noi stiamo festeggiando il primo anniversario (3 novembre 2016). Un primo anniversario che – la provocazione di Simonetti – ha visto risolte tutte le questioni. Del resto il sindaco Battista ha ribadito il suo “tutto a posto” . Infatti noi – scrive sarcastico – abbiamo la nostra nuova scuola, la scuola da “adeguare” al 12 settembre 2017». E invece del «nuovo edificio auto-sostenibile neanche l’ombra, così come i nuovi sistemi per il risparmio energetico; le nuove aule ampie e sicure; le nuove finestre con vetri riflettenti e con filtro uva; i nuovi spazi agorà per bambini ed insegnanti; una nuova palestra ampia e senza problemi di umidità; nuovo sistema per la produzione di energia pulita e acqua calda; nuove uscite di emergenza; nuove scale di accesso sicure ed in acciaio; nuovo asfalto; nuovi marciapiedi; nuovi discendenti e pluviali; nuovo orto didattico; e tutto ciò che siete abituati a vedere in documentari di scuole a norma del nord Europa…, nelle nostre province vicine, e dell’Italia attenta!
E invece ad un anno dalla chiusura – la denuncia – non abbiamo visto nulla, non abbiamo soluzioni imminenti, non vediamo alcun futuro immediato per una soluzione sicura e definitiva. Si tergiversa, si sbagliano bandi ed assegnazioni, si riscrivono contratti con chi vince onestamente le gare d’appalto, si escludono articoli di leggi regionali legati alla sismicità, e si scrivono e si sottoscrivono nuovi accordi.
Quando invece, se si fosse avuto l’umiltà dell’ascolto, del confronto, di sentire e coinvolgere tutte le parti interessate, forse, ma questa è un’ipotesi, avremmo avuto altra situazione».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.