Tutto rinviato a lunedì. La mozione presentata da Francesco Pilone sull’ormai famigerata delibera di giunta che ha quintuplicato le tariffe Imu sui terreni ricadenti nella perimetrazione Lucarino verrà ridiscussa tra due giorni, nella seconda convocazione del Consiglio. Il civico ha chiesto di ritirare il provvedimento ma in fase di votazione – a metà pomeriggio – è caduto il numero legale. L’argomento ha però fatto emergere qualche dissidio in maggioranza. Sul ritiro si sono infatti astenuti tre esponenti del centrosinistra: Landolfi, Molinari e Libertucci. Il clima si è fatto rovente già in mattinata quando in aula sono intervenuti alcuni cittadini proprietari dei terreni della zona Lucarino (per altro priva di piani attuativi ed interventi di urbanizzazione primaria) che, stando alla delibera adottata ad agosto scorso, dovranno pagare un importo superiore rispetto a quello versato fino ad ora. L’amministrazione Di Bartolomeo aveva infatti ‘uniformato’ la tariffa, portandola a 8 euro al metro quadro in tutte le 12 aree della perimetrazione. Adesso invece l’imposta varia in base alle zone e può arrivare ad un massimo di 38 euro. «Perché dobbiamo pagare tasse così alte – la contestazione dei cittadini – per dei terreni su cui non possiamo neppure costruire?» La spiegazione l’ha fornita l’assessore ai Tributi Massimo Sabusco : «La norma nazionale sull’Imu è chiara: piani attuativi o strumenti urbanistici di qualsiasi genere non eludono la tassazione. Il terreno basta che rientri in un piano regolatore generale, o in una variante, ed è soggetto a tassazione». Per l’esponente dell’esecutivo le strade che l’amministrazione può intraprendere sono due: «O prendiamo per buona la valutazione dell’ufficio urbanistico su aree omogenee in Locarino che ha stabilito il valore di 80 euro a metro quadro oppure si applicano i valori dettati dalla commissione fatta da Di Bartolomeo che ha dato di parametri più bassi in base, ad esempio, all’indice di fabbricabilità, ai lotti interclusi ai volumi già occupati. In virtù di tutte questa congiunture urbanistiche il valore oscilla da un minimo di 8 a un massimo di 38. Qualche cittadino ha fatto ricorso in commissione tributaria provinciale, che dopo due anni ha depositato una sentenza nella quale ha stabilito che il valore di quelle aree è addirittura di 90 euro. Allora,in virtù di questa sentenza, noi non potevamo far finta di non vedere. Adesso l’unica soluzione che abbiamo è andare in Consiglio e rideterminare il valore commerciale reale di quell’area, e vedere se è più corrispondente agli 80 euro come dettato dall’ufficio urbanistico oppure, in base alle varie esigenze economiche e commerciali data la crisi in atto, quel valore è sproporzionato». Insomma l’orientamento è quello di cercare di abbassare l’Imu come dichiarato in aula anche dal primo cittadino: «Occorre capire come tenere bassa l’Imu sui terreni perché capiamo che le potenzialità edificatorie in questo momento storico sono molto basse. Continueremo a far lavorare i tecnici per individuare un meccanismo diverso da quello adottato in delibera». Un’apertura che da Pilone viene letta già come una vittoria, «anche se – ha rimarcato – Alla luce di queste belle intenzioni, potevano evitare di approvare quella delibera vergognosa alla fine dell’estate. Del resto, la sentenza della commissione tributaria non era vincolante». Lunedì se ne saprà di più.

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