Dovranno attendere ancora gli alunni, i docenti ed il personale ata dell’istituto Montini, chiuso da novembre scorso dopo il crollo di parte del solaio del laboratorio di Scienze. Per loro si profilano ancora doppi turni visto che gli interventi per adeguare l’ex assessorato regionale alle Attività produttive – struttura della zona industriale presa in affitto dal Comune di Campobasso per i prossimi 4 anni, al costo di un milione di euro – non sono ancora terminati.
La consegna dei lavori, come da contratto stipulato tra Palazzo San Giorgio e la famiglia Pizzuto, era prevista per oggi, 20 gennaio, ma dopo il sopralluogo dei tecnici dei Vigili del fuoco e del Comune, che hanno rilevato alcune criticità, è stato necessario posticipare il trasferimento. Dunque per il momento i circa 250 alunni continueranno a fare lezione di pomeriggio nella Casa dello Studente di via De Gasperi.
Sulla data regna ancora l’incertezza: il sindaco Antonio Battista ha precisato che i lavori sono in via di ultimazione, ma mancano all’appello le certificazioni necessarie per consentire la ripresa delle attività didattiche.
Insomma, senza la documentazione richiesta dalla legge non si può dare l’ok alla riapertura. Intanto il comitato dei genitori del Montini nei giorni ha inviato al primo cittadino una richiesta di incontro per fare il punto della situazione e capire quando gli alunni torneranno in classe di mattina, «ma al momento non abbiamo ricevuto una risposta ufficiale– ha commentato Bettina Terriaca, presidente del comitato».
Il numero uno di Palazzo San Giorgio è infatti fuori regione, dunque con molta probabilità il vertice slitterà alla prossima settimana.
E sempre sul fronte scuole cresce l’attesa anche per gli alunni della Don Milani, da un anno ‘smistati’ tra l’Istituto Petrone, il Liceo Artistico Manzù e l’Unimol. I lavori di adeguamento sismico della scuola di via Leopardi dovrebbero terminare a breve ed entro febbraio potrebbero riaprirsi i cancelli.
Un quadro che però non spenge le polemiche sulla gestione dell’emergenza scuola da parte dell’amministrazione Battista. Ad intervenire è il referente del Comitato Scuole Sicure del Molise, Nicola Simonetti, che ricorda che «l’intera popolazione cittadina, gli scolari e le forze lavorative della scuola, attendono ancora le relazioni Unimol di vulnerabilità su altri edifici, che sarebbero dovuti essere consegnati e divulgati molti mesi fa, come promesso e certificato in un Consiglio comunale. Del resto, attendiamo ancora le carte di identità degli edifici scolastici.
Ricordo che la Cassazione ha sancito che al di sotto del valore 1, le scuole vanno chiuse. Vi invito ad andare sull’albo pretorio del Comune per leggere quanto speso sulle scuole, per miglioramento e non adeguamento sismico: ad oggi, nessuna scuola che ne ha usufruito, ha raggiunto il grado 1 di vulnerabilità.
Sulla Montini si è intervenuti, leggete le somme, e non abbiamo l’adeguamento sancito dalla Cassazione.
Sull’edificio di Via Gorizia, dove si ospita la Enrico d’Ovidio, la spesa investita non ha raggiunto il grado di vulnerabilità sancito dalla Cassazione, ma quello regolato dalla Regione Molise. Sulla Don Milani ora che si sta intervenendo con una spesa pari a 370.000 euro, alla quale si aggiungeranno i circa 120.000 euro per il rifacimento del tetto, forse avremo l’adeguamento sancito dalla Cassazione, ma per solo 18 classi. Ricordo che, abbiamo ancora la Collodi, qualcuno se ne è dimenticato, ospitata dalla Jovine»

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