«Ci tengono Maria e Daniele ad essere definiti pastori e non “semplici” allevatori. Gli allevatori custodiscono gli animali per crescerli e ricavarne reddito. Il pastore, invece, vive in simbiosi con i suoi animali, si occupa di loro a tempo pieno, li protegge, li riconosce, li ascolta. Protegge i territori dove pascolano, ne conosce le insidie e le tradizioni. Quelle terre sono la sua storia, quella dei suoi genitori e quella dei suoi nonni. Non le abbandonerà per nulla al mondo.
Le saluta quando si allontana perché sa che tornerà». Con queste parole, solo qualche mese fa, Pierluigi Giorgio raccontava la transumanza dei “pastori’ dell’azienda agricola ‘La pecorella nera’ di Roccamandolfi. Daniele non ha fatto in tempo a salutare i suoi animali, strappato improvvisamente alla vita. Dolore e sconcerto nel piccolo centro ai piedi del Matese e non solo. Perché Daniele, seppur schivo e silenzioso, era una istituzione. Per la sua passione, per l’amore che riversava nelle sue attività, per la cura e all’attenzione all’ambiente del quale era parte. E anche per i suoi gesti non scontati. Come quando, nell’aprile scorso, si rese protagonista di una bella pagina di condivisione e solidarietà. Un pastore di Mercogliano, in provincia di Avellino, aveva perso 40 capi di bestiame a causa della razzia compiuta da un branco di animali randagi. Daniele non ci aveva pensato un attimo, ha ricordato quello che era capitato a lui quando il suo gregge era stato decimato dai lupi e dalla Sardegna un allevatore, Valerio Piredda, aveva donato una parte del suo, per consentire alla famiglia Berlingieri di poter ripartire. Daniele e Maria, ad aprile, hanno cercato un contatto con gli allevatori della provincia di Avellino e per aiutarli hanno regalato loro qualche capo di bestiame.
«Mi è venuto dal cuore aiutare chi ha subito la mia stessa sorte» raccontava Daniele che da 14 anni, con sua moglie, allevava le comisane, pecore siciliane da latte, portandole a pascolare tra Roccamandolfi e Macchiagodena. Lì, su quelle montagne meravigliose, immersi nel verde e nel silenzio, Daniele e Maria hanno lavorato duramente e senza conoscere svaghi e riposo. Ma senza perdere mai l’umanità e il desiderio di sostenere chi, come loro, rischia di perdere tutto in una notte di festa. Come quella che ha portato via Daniele.

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