Avanza anche nel capoluogo pentro la questione dell’aggregazione all’Abruzzo che da tempo tiene banco a livello regionale e che ultimamente è tornata agli onori di cronaca. Sarà sancita oggi, di fatto, la nascita del Comitato per l’aggregazione della Provincia di Isernia alla Regione Abruzzo presieduto da Antonio Libero Bucci. Si terrà questo pomeriggio, giovedì 1 febbraio, presso la sala gialla della Provincia, la conferenza di presentazione del comitato promotore, dalle ore 16 alle 18. Tra i sostenitori dell’iniziativa, anche Lorenzo Coia, ex presidente della Provincia di Isernia, già sindaco di Filignano.
«I sottoscritti cittadini della provincia di Isernia, preso atto che dopo 60 anni di autonomia il Molise risulta aver perso ciò che in passato lo qualificava come il territorio con i migliori indici per servizi offerti e per la qualità della vita dei propri abitanti, oggi purtroppo sono costretti a registrare il suo fallimento – affermano dal Comitato -. Se da una parte la limitrofa Regione Abruzzo è saldamente agganciata al parametri dell’Italia centrale, tra le regioni centrali e meridionali, il Molise si posiziona sempre più in basso al punto di non poter essere più in grado di mantenere un autonomo Consiglio regionale e tutto ciò che ne discende o ad esso si collega.
L’identità della popolazione molisana non è in discussione. La molisanità continuerebbe ad esistere non dipendendo affatto dalla esistenza o meno di un Consiglio regionale esclusivo: ciò è peraltro dimostrato – nei fatti – dai romagnoli e dai giuliani ai quali non deriva alcun nocumento dal condividere i relativi Consigli regionali rispettivamente con emiliani e friulani».
Tra i motivi che inducono al promuovere l’aggregazione della Provincia di Isernia alla Regione Abruzzo, il comitato elenca: l’impossibilità di una Regione piccola come il Molise e di una Provincia ancora più piccola come quella di Isernia, di poter onorare il diritto alla propria autonomia, ovvero garantire ai propri abitanti i servizi essenziali come la sanità, la formazione, i trasporti e la competitività con le altre regioni; l’impossibilità di avere un peso politico nei rapporti con il governo centrale, ovvero avere concreto riconoscimento di fondi perequativi pluriennali ex art. 119 comma 3 della Costituzione, in considerazione della oggettiva incapacità fiscale per numero di abitanti e per la inesistenza di una programmazione che sopperisca alle carenze strutturali del territorio regionale; l’inesistenza da chi governa o ha governato negli ultimi lustri la Regione Molise, di azioni tese allo sviluppo e benessere del territorio e dei suoi cittadini ormai gravati da una pesante tassazione e al contrasto di un dissesto finanziario ogni anno acclarato dall’aumento di un disavanzo di amministrazione che non potrà mai essere colmato sia per via dell’invecchiamento della popolazione che per la mancanza di strumenti che consentano al Molise di tornare ad essere considerato appetibile per vivere e far crescere i propri figli.
«Il quadro normativo vigente consente l’indizione di un referendum popolare che approvi il distacco di una provincia dalla Regione cui appartiene e la sua aggregazione ad altra Regione limitrofa, e ciò con una legge ordinaria che attui l’esito del referendum» – sostengono dal Comitato richiamando l’articolo 132 della Costituzione.
Più complesso risulta invece l’iter per l’aggregazione di una intera regione ad un’altra, dovendosi seguire l’adozione di una legge costituzionale con il doppio passaggio parlamentare.
«Una più celere aggregazione territoriale con l’Abruzzo non potrà che avvenire con separate consultazioni referendarie: uno svolto con la consultazione dei cittadini della Provincia di Campobasso e l’altro con la consultazione dei cittadini della Provincia di Isernia» – proseguono.
Per giungere al referendum – concludono – occorre una petizione popolare con la quale almeno 5mila elettori chiedono all’amministrazione provinciale di Isernia di promuovere presso il competente ufficio centrale della Corte di cassazione l’iter che si conclude con il provvedimento del Presidente della Repubblica di indizione del referendum.
Questo pomeriggio, dunque, l’idea del Comitato sarà presentata in modo più dettagliato.

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