Giuseppe V., 83 anni, pensionato di Sant’Elena Sannita, è stato multato in ottemperanza al Decreto del presidente del Consiglio del 20 marzo 2020. Se lo meritava direte. Vediamo. Sant’Elena Sannita ha all’anagrafe meno di trecento abitanti, nella realtà un centinaio. È un borgo al confine tra le due province molisane, normalmente disabitato, ora praticamente vuoto. L’altro giorno in signor Pino, che da un mese e mezzo non aveva messo il naso fuori dalla porta, in ossequio alle disposizioni di legge, è uscito nel pomeriggio per andare nella bottega del paese a comprare uova. Poi si è spostato dalla bottega, ha fatto venti passi più in là, per dare uno sguardo a quella che per tutta la vita è stata la sua “balconata”, il muretto che delimita la piazza dell’arrotino, simbolo per eccellenza della storia umana del paese. Pino si è appoggiato a quel muretto che lo ha visto correre bambino, lo ha visto sfuggire alle bombe della seconda guerra mondiale, che lo ha visto giocare a bottoni, a nascondino, che lo ha visto riportare a casa la pecorella di famiglia, che lo ha visto corteggiare le fanciulle del paese quando a Sant’Elena l’emigrazione verso Napoli e Roma non era ancora diventata un esodo. Il signor Pino, con il suo cartoccio con le uova, si è affacciato nella piazza che lo ha visto diventare uomo, marito, padre, che lo ha visto invecchiare e che fino a prima dell’epidemia lo vedeva giocare a carte con quei pochi compagni che gli sono rimasti in paese. Era a queste cose che pensava Pino, 83 anni, quando anziché tornare subito a casa si è affacciato alla terrazza della sua vita. Si è acceso una sigaretta. Ha chiuso gli occhi. Ha raccolto i ricordi. Poi, ha riaperto gli occhi e si è trovato davanti la macchina dei carabinieri che lo hanno identificato e multato. Sì, multato. Nella piazza deserta di un paese deserto il signor Pino, 83 anni, è stato multato perché lontano dalla sua abitazione appena più di 200 metri. Sul verbale i carabinieri hanno messo quattro X: 1) era da solo a piedi; 2) si spostava in assenza di un comprovato motivo; 3) svolgeva attività ludica/creativa all’aperto; 4) accedeva a parchi/ville/aree gioco/giardini pubblici. Nello spazio del verbale destinato alle dichiarazioni del trasgressore il signor Pino, tra incredulità, mortificazione e rabbia, ha fatto scrivere: «Ho fatto circa 210 metri da casa per acquistare delle uova e mi sono fermato sulla terrazza per respirare». Sì, per respirare l’aria della sua vita, ottantatré anni di vita, tenuti in standby da un mese e mezzo. Accade così che, a Sant’Elena Sannita, un ottantatreenne debba togliere dalla sua piccola pensione 280 euro per aver desiderato guardare i suoi monti, quelli della sua vita, dopo una reclusione, rigorosamente rispettata, per un mese e mezzo. C’è un limite allo zelo? C’è il senso dell’opportunità da tenere in conto? C’è il buon senso a far da maestro in certe circostanze?
Nadia Verdile

4 Commenti

  1. Michele Silvestri scrive:

    Fatte pieta ha rovinare un vechietto che fa 210metri per comprare delle uova e poi una multa mi domando questo carabiniere non si vergogna

  2. Pietro Congedo scrive:

    É chiaramente un abuso. Se raccogliete firme ecco la mia. Pietro Congedo

  3. Minsky scrive:

    «C’è un limite allo zelo? C’è il senso dell’opportunità da tenere in conto? C’è il buon senso a far da maestro in certe circostanze?»
    No, non ci sono. Siamo nelle mani di aguzzini ben contenti di partecipare a questo gigantesco esperimento di Stanford.

  4. Alessandro scrive:

    Ma siamo seri. Un poco di elasticità non fa male a nessuno. Anche perchè in altri paesi da noi conosciuti, i controllori non sono così fiscali. Non è questione di chiudere un occhio, ma di tolleranza etica e morale, anche perchè sembra che in quel momento, intorno al povero pensionato, non c’era nessuno….. solo una boccata d’aria.

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