Esce allo scoperto, Piero Castrataro, eletto quasi un anno fa alla guida di Palazzo San Francesco con una coalizione che sembra distante anni luce dalla fotografia dell’oggi.
Il sindaco prende posizione sulle ormai vicinissime elezioni di domenica prossima. E, al contrario dei colleghi di alcuni centri molisani che, pur essendo stati eletti alla guida di coalizioni progressiste, hanno presenziato agli eventi tenuti dai candidati di centrodestra, Castrataro non si è fatto proprio vedere alle convention dello schieramento dei competitor.
Un segnale chiaro, come potrebbe essere letto – al contrario – quello dei colleghi sindaci che invece – per correttezza istituzionale, dicono – hanno scelto di sedersi fra il pubblico e ascoltare i candidati del centrodestra.
«Fatto salvo il rammarico di non aver visto un centrosinistra unito, ovvero capace di superare le divisioni per il raggiungimento di obiettivi comuni nell’interesse del Paese, ritengo che lo stesso centrosinistra abbia dimostrato, in questa campagna elettorale, di meglio saper interpretare le difficili sfide che ci attendono, con un occhio sempre rivolto ai bisogni dei più fragili e alla fondamentale conoscenza del territorio» dice, con equilibrio, Piero Castrataro. Parla di coalizione, la sua. Non di partiti della stessa. E l’avrebbe voluta unita, come quella che guida, dove siedono consiglieri eletti con una civica a trazione progressista, con il Partito democratico, con esponenti della sinistra più radicale, con il Movimento 5 Stelle, con il partito paneuropeo Volt. Di più: in giunta, l’esecutivo Castrataro conta anche un assessore esterno a trazione Carlo Calenda. Insomma, alcuni partiti che oggi sono l’un contro l’altro armati per le Politiche 2022 ma che a Palazzo San Francesco lavorano fianco a fianco e senza scossoni. In una ottica di collaborazione, rispetto e con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita degli isernini. Ma oggi Castrataro parteggia per il centrosinistra, collocandosi in una posizione che potrebbe anche diventare scomoda visto che 5 Stelle e Azione non giocano dalla stessa parte del campo. A Roma, però. E non è un dettaglio.
Gli altri, i competitor che siedono all’opposizione in Consiglio comunale, sono, per Castrataro, quelli della «destra ammaliatrice, che si è presentata agli elettori molisani con candidati calati dall’alto, ignari delle reali difficoltà di questa regione e delle esigenze dei suoi abitanti.
Il nostro piccolo, e troppo spesso inascoltato Molise, non merita questo. Non merita di essere “sedotto (con partite a carte e biliardino) e abbandonato” alla chiusura delle urne».
Abituato ad andare al nocciolo della questione, il sindaco spegne ogni possibile incendio di polemica.
«È tempo di liberarsi della sterile corsa alle poltrone e concentrarsi sulle tante problematiche del Paese, puntando su quello spirito di collaborazione che, da sempre, contraddistingue il centrosinistra e che oggi più che mai diventa imprescindibile per disegnare il futuro dell’Italia».
E il suo appello al voto, «massima espressione di democrazia che ognuno di noi ha il diritto-dovere di esercitare» è anche e soprattutto l’invito a recarsi alle urne «un’occasione che nessuno di noi dovrebbe mai perdere».

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