Isernia bloccata e invasa per due giorni. Tanti i visitatori che hanno invaso ieri e oggi il capoluogo pentro in occasione dalla Fiera delle cipolle, o Fiera dei santi Pietro e Paolo, che secondo le ricerche del demologo isernino Mauro Gioielli ha ben 2.000 anni.

“Isernia sarebbe uno dei luoghi più antichi del Cristianesimo – spiega Gioielli – dove tale religione fu probabilmente praticata fin dal primo secolo, in modo coevo a quanto accadeva a Roma. Si vuole che sia stato san Poltino, discepolo di san Pietro apostolo e da costui inviato a Isernia per introdurre la fede cristiana in città. Poltino, presumibilmente, predicò in sede locale l’opera del suo Maestro, al quale si correlò un culto che col tempo si affermò ampiamente, tanto che, nei secoli successivi, la chiesa più importante di Isernia, ossia la cattedrale, venne appunto intitolata a San Pietro. A tale santo sono inoltre legati non secondari aspetti storici, come l’antichissima fiera ‘delle cipolle’, che si tiene a fine giugno, e il nome di battesimo di Papa Celestino V, al secolo Pietro Angelerio. Pertanto, con una considerazione puramente deduttiva, si può azzardare l’ipotesi che la Fiera di san Pietro risalga a quasi duemila anni or sono”.

La cipolla isernina, bianca e dolciastra, ha ottenuto anche un riconoscimento dal ministero per le Politiche agricole, ma, rispetto al passato, sono pochi i produttori locali che investono nella coltivazione dell’ortaggio e ogni anno sono sempre meno le bancarelle dove si può acquistare.

Relativamente alla tradizione delle cipolle isernine, Gioielli ricorda anche “il primo documento conosciuto, che menziona i grandi incontri mercantili che anticamente avevano luogo a Isernia, è il diploma pergamenaceo di Rogerius Celani, Molisi et Albe Comes datato 19 ottobre 1254. Concedeva vari privilegi, tra cui l’esenzione dal versamento del plateatico in occasione delle fiere correlate alle due principali feste isernine”.

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