Ci sono anche il sindaco di Sant’Agapito Giuseppe Di Pilla e il suo tecnico comunale Salvatore Maddonni tra gli indagati nella maxi inchiesta sull’accoglienza dei migranti che ieri mattina è culminata con l’operazione ‘Welcome to Italy’, messa a segno dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile del Commissariato di Cassino. Un’indagine lunga e complessa che ha permesso di smantellare una organizzazione criminale. Sono 25 le persone finite nel registro degli indagati, accusate a vario titolo di reati che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di dipendenti pubblici o incaricati di un pubblico servizio, estorsione, truffa ai danni dello Stato e Enti Pubblici, frode in pubbliche forniture, abuso d’ufficio, malversazione ai danni dello Stato, emissione ed utilizzo di fatture false.
Secondo gli inquirenti il primo cittadino di Sant’Agapito e il tecnico comunale, in concorso con altri indagati, avrebbero ottenuto l’assunzione di tre persone, tra familiari stretti e conoscenti, presso la cooperativa ‘La casa di Tom’.
In cambio avrebbero fatto in modo di affidare il servizio Sprar in maniera diretta, senza cioè la preventiva consultazione di almeno cinque operatori economici. E comunque senza rispettare i principi di economicità, imparzialità e parità di trattamento previsti. Avrebbero inoltre omesso di inviare al servizio centrale dello Sprar la documentazione obbligatoria.
Nei confronti di Di Pilla è scattata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Disposto per entrambi (insieme ad altri due indagati) il sequestro preventivo che, in totale, ammonta a circa 66mila euro. Somma che risulta essere il totale dei compensi percepiti dalle tre persone assunte.
L’inchiesta. Ieri mattina i particolari dell’inchiesta sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa. Le indagini di polizia giudiziaria svolte su delega della Procura di Cassino, sotto la direzione del procuratore capo Luciano d’Emmanuele e del sostituto procuratore Alfredo Mattei, hanno coinvolto numerosi Comuni delle provincie di Frosinone, Caserta, Isernia, Latina e Rieti. Nell’ambito delle indagini esperite, è stata acquisita copiosa documentazione contabile ed extracontabile che ha consentito di individuare numerosi comportamenti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei rifugiati. Dalle indagini è emerso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e relative all’ottenimento di rimborsi non dovuti, frode nella fornitura di servizi ai rifugiati e richiesta di rimborso rette per rifugiati non più presenti sul territorio nazionale.
Non soltanto. Le e indagini svolte, hanno permesso di appurare che le cooperative erano giunte a una sorta di patto “di non concorrenza” con il quale si erano spartite il territorio in cui operavano
Nel corso delle indagini venivano accertati casi di pagamento di rette per migranti non più presenti sul territorio italiano e il subappalto di vitto e alloggio a un centro fatiscente ad un prezzo risultato essere inferiore a 1/3 di quello versato dalla Prefettura, ottenendo in tal modo un indebito guadagno. Nell’ambito delle perquisizioni è stato inoltre rilevato lo stato dei luoghi altamente fatiscente con ambienti sporchi e blatte all’interno delle cucine, ma la mala gestione di questi centri di accoglienza aveva invece consentito ai responsabili di questi, di utilizzare automobili di lusso, quali due SUV della BMW modello X1 e X3, acquistati in leasing dalla cooperativa stessa.
Gli elementi raccolti hanno consentito di chiedere e ottenere dal Gip del Tribunale di Cassino, su l’ordinanza di applicazione di 18 misure cautelari personali, di cui 11 relative all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria 7 relative al divieto di esercitare attività imprenditoriali. Disposto anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di beni per un importo pari a circa 3.000.000 euro. «La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza , integrandosi ciascuno nelle rispettive competenze – hanno evidenziato gli investigatori – con questa operazione hanno svolto un’attività che si inserisce in un più ampio quadro di contrasto alle condotte corruttive dei pubblici dipendenti, allo spreco di denaro pubblico ed alla tutela del bilancio dello Stato e degli Enti Locali».
Le reazioni. Non sono mancate le reazioni in merito alla vasta operazione antifrode condotta da Polizia e Guardia di Finanza. «Conferma quanto – hanno affermato i parlamentari Francesca Gerardi, Francesco Zicchieri e Gianfranco Rufa – la Lega sostiene da sempre sul business miliardario dell’accoglienza dei migranti. Rispettiamo il lavoro della magistratura, che verificherà tutte le responsabilità penali del caso. Ribadiamo a viva voce ‘Stop invasione’. Da quando si è insediato il governo Pd-5S l’escalation di sbarchi in Italia è già triplicata. Ecco la differenza tra chi, come la Lega, vuole difendere i confini del proprio Paese e chi, invece, non si rende ancora conto cosa significhi spalancare i porti e le porte dell’Italia a chiunque».

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