«Noi siamo qui proprio per esprimere un dissenso e una posizione critica nei confronti del governo regionale che ha scelto in maniera diversa rispetto a una decisione del Consiglio regionale, rispetto a una volontà di oltre 100 sindaci della provincia, cioè quella di utilizzare lo stabilimento Vietri di Larino, per un centro Covid unico regionale. Era la migliore scelta da fare e, avrebbe dato una certa tranquillità a tutti i cittadini. Certo in questi giorni non c’è tranquillità. Abbiamo solo 14 posti in terapia intensiva di cui 13 occupati. Insomma, se nelle prossime settimane le cose si dovessero aggravare, ci saranno grossi problemi per la nostra regione». Si è espresso così il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Filoteo Di Sandro, nel presidio organizzato ieri a Larino. La destra molisana, declinata nella formazione Fdi, non condivide le scelte assunte in ambito regionale dal Governatore Toma e dall’Asrem sul fronte della pandemia e delle misure di contrasto e di organizzazione sanitaria per contenere il fenomeno coronavirus. E’ quanto si evince nella storia recente dei rapporti tra i rappresentanti del partito guidato da Giorgia Meloni e Palazzo Vitale. Prescindendo dalla posizione dell’assessore Quintino Pallante, sempre più distinti e distanti il Governo Toma da Fratelli d’Italia. Non bastasse la presa di posizione di alcuni giorni fa sulla vicenda delle commissioni consiliari a Palazzo D’Aimmo, davanti all’ospedale Vietri di Larino, simbolo della contesa Covid nel Molise, tra chi vorrebbe il centro epidemiologico e chi ha preferito il Cardarelli, si è consumato l’ennesimo strappo. Un presidio politico per sensibilizzare le istituzioni a tornare su decisioni assunte in precedenza che non sarebbero state lungimiranti vista la dinamica del contagio e della mortalità sul territorio regionale. Il sit-in è stato organizzato dal circolo territoriale di Fratelli d’Italia di Larino, per impegnare a ripristinare un minimo di tutela sanitaria per i cittadini contro la pandemia e tutte le altre patologie, resa precaria dalla scellerata scelta di creare ospedali misti, rischiosi per malati e personale sanitario. Ma non solo Covid, bensì un centro specializzato di malattie infettive interregionale, strategico per il futuro. Assenti per impegni concomitanti la consigliera regionale Aida Romagnuolo e il portavoce provinciale Costanzo Della Porta. Ma Di Sandro non considera chiusa definitivamente la partita. «Secondo noi ci sono ancora margini di manovra. Il Vietri di Larino sta qui, basta soltanto rivedere alcune disposizioni, direi anche ideologiche rispetto alla giunta regionale, perché trasformare il Cardarelli in un ospedale Covid, è un errore, il più grosso che si poteva fare. Anche perché, tantissime persone non vanno in ospedale a curarsi per altre patologie, perché hanno timore e paura di contrarre il Covid. Si doveva agire in maniera diversa. Siamo qui per esprimere una forte contestazione rispetto a queste scelte e che sia chiaro che Fratelli d’Italia è in una posizione critica rispetto a queste scelte». Poi, Di Sandro affronta anche il nodo di dissenso più generale. «Contestiamo anche l’abolizione di due commissioni per farne una soltanto. Non per risparmiare risorse economiche ma solo ed esclusivamente per togliere, come presidente di queste commissioni, Iorio e Romagnuolo che sono di Fratelli d’Italia. Quindi, mi sembra che questo governo regionale che è di centrodestra, si schiera apertamente contro il nostro partito e noi non lo possiamo permettere». Infine, una chiosa sull’assessore Fdi. «Per quanto riguarda Pallante, Pallante è stato eletto in Fratelli d’Italia ma non ha nessun rapporto e non si rapporta per niente con il partito regionale, la linea politica dettata dal coordinatore regionale e dal coordinamento regionale, per cui abbiamo sollecitato tutti a non fare questa porcheria politica che vogliono fare. Vanno avanti in maniera testarda e tutto questo, poi, va a danno del centrodestra che, purtroppo, ha grandi margini di crescita. Fino a quando ci si comporta così diamo spazio ad altre forze politiche». Nutrita la partecipazione al sit-in. Dirigenti, eletti e militanti, ma anche cittadini, rappresentanti di comitati – come Dilma Baldassarre (ma presente a titolo personale), Donato Frate e Annarita de Notariis – e il sindaco Giuseppe Puchetti, con Giulio Pontico, hanno ribadito ciò che da mesi affermano. Oltre a Di Sandro, Michele Iorio, Massimiliano Scarabeo, Pierluigi Lepore, Graziella Vizzarri, Luciano Paduano, Mena Bovota e altri ancora hanno chiesto a Toma e all’Asrem di tornare sui loro passi, anche tenendo conto della saturazione della Terapia intensiva. Per Iorio, «Larino era la soluzione che abbiamo voluto lanciare in Consiglio regionale, attraverso un mio emendamento che è stato approvato e, poi è stato disatteso in maniera clamorosa da parte del Presidente della regione che è il vero responsabile della mancata scelta di Larino. Larino era una scelta oculata, era una scelta obiettiva proiettata al futuro attraverso l’idea di un Molise che deve essere il centro di riferimento di più regioni.
Questa era l’occasione per avere un centro di riferimento per la regione, non solo per le malattie infettive. La soluzione ideale per mantenere gli altri ospedali liberi da possibili infezioni ma tutto questo è venuto meno grazie alla ‘superba’ volontà di contrastare questa iniziativa. E la responsabilità di quanto accaduto, i molisani sanno a chi attribuirla».

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