Ancora non del tutto chiari i contorni della vicenda che in questi giorni ha sconvolto il Molise e ha scosso l’Italia, ma soprattutto ha travolto Casalciprano, dove una donna di 67 anni – secondo quanto riferiscono i carabinieri – sarebbe stata segregata in un tugurio dal fratello e dalla cognata per 22 anni.
Saranno gli inquirenti ora a stabilire come sono andate le cose, quindi la veridicità del racconto della signora – che ora si trova in un centro protetto dopo essere stata liberata dai militari dell’Arma di Bojano – ma anche se ci siano o meno possibili situazioni di favoreggiamento. Al momento però, la casa dei coniugi non è posta sotto sequestro e i due sono indagati per maltrattamenti.
Tante le testimonianze che si stanno rincorrendo in queste ore e che sembra stiano finalmente abbattendo un muro spesso di omertà che ha reso la donna invisibile per 20 lunghi anni.
Uno dei residenti del piccolo paese della provincia di Campobasso, in maniera anonima, aggiunge infatti dei dettagli rilevanti alla drammatica vicenda, avvalorando i contenuti del comunicato dei Carabinieri di lunedì scorso: «Sotto la finestra della stanza in cui si trovava la signora si sentivano gli schiaffi. Si sentiva tutto – racconta anche ai microfoni di Rai News 24 senza mostrare il volto –. La mamma – dice riferendosi alla cognata della vittima – chiese alla figlia di reggere, e lei la menava». Lo stesso testimone poi in un’altra intervista afferma: «La situazione è brutta, picchiata al 100 percento, la figlia la reggeva e la mamma la picchiava. Ha minacciato di morte anche noi che provavamo ad intervenire. Io rischio una fucilata!».
Insomma, qualcuno sapeva eccome di quanto accadeva tra quelle fitte mura. Forse lo stesso “qualcuno” che ha anche inviato quella lettera anonima dattiloscritta che poi ha fatto attivare la macchina dei servizi sociali, delle forze dell’ordine e della magistratura.
Ma come è possibile che sia venuta allo scoperto soltanto ora? Se lo stanno chiedendo in tanti. Per alcuni in paese la storia potrebbe essere stata ingigantita – diversi i residenti che reputano i due coniugi delle brave persone –, per altri invece è tutto vero, ma nessuno aveva dato il giusto peso alle voci, a ciò che si sentiva sotto quelle finestre, o al non detto quando la donna veniva accompagnata per fare i capelli. «C’era la cognata quando veniva a farsi i capelli, come poteva dire qualcosa?» – dice infatti a Stefano Corradino (Rai News 24) la parrucchiera. Da chiarire ad ogni modo ogni aspetto dell’ennesima storia di violenza e disagio sociale che sta facendo rabbrividire il Paese.
«Sapevo che questa donna si lamentava, era una questione di soldi. Ho visto la cognata andare a prendere la carta per la reversibilità, è andata all’ufficio postale per ricevere la reversibilità della pensione della signora» – racconta un’altra anziana signora tra le stradine di Casalciprano.
Non resta che attendere l’esito delle indagini per capire realmente cosa ci sia dietro quest’assurda storia di dolore e solitudine.

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