Il comitato “Dissesto fronte nord” scrive al presidente della Regione Donato Toma. A poche settimane dalla visita del capo della Protezione civile nazionale – cittadino onorario di Civitacampomarano – si riaccendono i riflettori sulla frana che dal 2017 tiene lontano dalle proprie abitazioni una ventina di famiglie. «In queste ore in cui tutta la nazione si strugge per le dolorose notizie che giungono dalla martoriata Ischia – si legge nella lettera al governatore che è anche commissario straordinario delegato al dissesto idrogeologico -, non appaia molesto, tantomeno fuori luogo, il tenace richiamo della nostra piccola comunità di Civitacampomarano, paese del Molise interno, da decenni afflitto non solo dalla cattiva gestione del territorio e delle infrastrutture, ma anche da un dissesto idrogeologico ormai endemico e da una disorganica, per non dire, caotica, politica dei cosìddetti interventi tampone. Non è trascorso un mese da quando l’ingegnere Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione Civile, riceveva dalle mani di Paolo Manuele, fattivo primo cittadino civitese, la cittadinanza onoraria davanti ad autorità civili e militari, presente anche il presidente Donato Toma, commissario sia in Stato di emergenza (dichiarato dal P.C.M. già nel 2017), sia attuale commissario per la gestione del denaro pubblico (8 milioni di euro) stanziato in ambito Rendis (Repertorio nazionale difesa del suolo). L’improvviso dissesto del marzo 2017 comportò l’evacuazione di oltre 20 nuclei familiari residenti nella parte nord occidentale del paese, con area urbana tuttora delimitata quale ‘zona rossa’, ove non esistono abusi o manomissioni, semmai risaltano presenze di immobili di pregio storico e culturale, come la casa natale del patriota risorgimentale Gabriele Pepe, di cui il capoluogo regionale sfoggia un pregevole monumento. Dal 2017 si sono interessati del dissesto civitese fior di luminari, dal prof N. Casagli dell’Unifi, al compianto prof Ortolani dell’Unina. Da loro abbiamo appreso che ogni frana ha una sua dinamica, una sua identità e certamente a Civita, come a Petacciato o come nella altrettanto tristemente famosa Castellino sul Biferno si sono avute diverse manifestazioni di quello che comunemente viene inteso come frana, ovvero movimento gravitazionale di grosse masse di terreno. Non certo le tragiche dinamiche viste oggi a Ischia, come quelle viste anni or sono a Sarno. Ciò non di meno siamo qui a lamentare quello che, passata la prima convulsa e, per certi versi, morbosa ribalta mediatica dei primi giorni, gli eroici soccorsi, le interviste strappalacrime, etc., è divenuto il velo dell’abbandono, per non dire del colposo silenzio che cala dopo pochi mesi, che diventano anni di ombre e disillusioni, di omessa informazione, di proterva gestione verticale della cosa pubblica, di negata partecipazione democratica non tanto alle decisioni generali, quanto persino alle decisioni sul destino proprio di quei cittadini, contribuenti e rispettosi delle Leggi (si consideri solo che su tali abitazioni evacuate da 5 anni, continuano a pagare l’Imu sia pure al 50%!) direttamente destinatari dei corposi stanziamenti pubblici di mitigazione del rischio. Come bene ha detto il sindaco Manuele, durante la cerimonia del 31/10/2022 di conferimento della cittadinanza onoraria all’ingegnere Curcio, questi è stato l’unico, ed evidenziamo l’unico, a dare voce al costituito Comitato Civico “Frana fronte nord” di Civitacampomarano allorché riconobbe per iscritto il diritto fondamentale e, ci sia permesso, costituzionale, del cittadino ad essere informato di ciò che riguarda la propria esistenza, i propri beni e il proprio futuro mediante forme di partecipazione consapevole e democratica alle scelte (quando ci sono) operate dai responsabili politici e tecnici. Il presidente Donato Toma, presente alla cerimonia del 31, in qualità anche di Commissario per la gestione prima emergenziale e ora tecnica del dissesto civitese per il quale sono disponibili oltre 8 mln di euro, ebbe modo di assicurare pubblicamente di essere finalmente disponibile ad un confronto aperto e costruttivo sulle scelte da adottarsi, non tanto e non solo per spendere nel migliore dei modi gli otto milioni sulla mitigazione del rischio, ma soprattutto per programmare forme di recupero dell’abitabilità e della vita del paese: un po’ come dire prevedere il transito delle auto su un ponte appena ricostruito oppure adoperarsi per far tornare gli scolari in una scuola appena consolidata.
Cos’altro chiediamo se non la richiesta di partecipare a qualificare e finalizzare la spesa in corso, altrimenti destinata al grande calderone italico dello sperpero di pubblico denaro? A tale esplicita assicurazione, il sindaco Manuele in data 3/11/22, fece seguire una circostanziata richiesta di convocazione da parte del presidente. Ad oggi nessuna risposta. Forse il presidente è preso da altri crucci, noi no, noi restiamo vigili e pazienti, ma non inerti. La risposta, caro presidente non può, come le altre, restare a volteggiare nel vento, come recita una ben più nobile canzone di B. Dylan, lei deve rispondere, per noi, per Petacciato, per Castellino, per Ischia, per Sarno e, ci sia consentito, anche per la sua onorabilità di politico e di uomo».

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