Montagne russe anche se siamo in Italia… Il comparto ittico sta vivendo settimane da tregenda, a causa del caro gasolio che ha inchiodato i pescherecci agli ormeggi per tre settimane, ma non la quarta, poiché le barche usciranno tre giorni nella prossima settimana, a scelta degli armatori. Intanto, per disguidi legati alle condizioni di salute dell’organizzatore per parte agricola, salta la manifestazione di oggi coi trattori al porto, ma non la fiaccolata di preghiera tra mercato ittico e cattedrale. L’umore è variegato, volubile e variabile. Come il meteo. Il gasolio costa 1,25-1,28 euro, condizioni che restano insostenibili, perché specie le imbarcazioni più piccole andrebbero a rimetterci, ma c’è da pagare l’equipaggio, anche per trattenere marinai che potrebbero imbarcarsi altrove. Ma quanto avvenuto pone delle riflessioni, perché si è partiti da una nota diffusa nella tarda serata di giovedì, dove dopo il nulla di fatto – per il Molise – nel summit di Civitanova Marche, si rinviava a ieri sera alle 17 la decisione finale nell’assemblea degli armatori dell’associazione Pesca Molise, riunita al mercato ittico dalla presidente Paola Marinucci. «Di sicuro tutti vorrebbero andare per mare e andare a provare se si riesce a lavorare con il gasolio a 1,30 euro. C’è stata una forte discussione fra le parti che ha portato successivamente a un incontro con i soli rappresentanti delle marinerie presenti – riferisce Paola Marinucci, presidente dell’associazione Armatori pesca del Molise – per Termoli ha partecipato l’armatore Lorenzo Di Palma. Le marinerie da Chioggia a Fano non erano presenti, e ciò vuol dire che hanno intenzione di continuare ad uscire in mare come già dalla settimana scorsa. Ma il loro è un mercato con un bacino di utenza molto più ampio e ricco del nostro. Inoltre devono navigare poco per raggiungere le zone di pesca vista la conformazione dell’Adriatico Settentrionale.
Quindi la nostra marineria di Termoli non può prenderla come riferimento. Ad Ancona e Civitanova e San Benedetto del Tronto la settimana scorsa hanno pescato per due giorni e vorrebbero continuare il tal modo. Quindi il proseguimento del fermo della marineria di Termoli ed eventualmente il numero delle giornate da effettuare dipende molto dalla decisione che si prenderà domani a Pescara. E che si ripercuoterà sulla decisione che prenderà la marineria di Termoli. Una proposta da tenere in considerazione tra Pescara Termoli e Manfredonia è quella di restare fermi ancora lunedì e martedì ed attendere un eventuale decisione del Mipaaf sul cosiddetto fermo bellico e su altre misure allo studio; oppure di provare a pescare solo due giorni a settimana. Però per la marineria di Termoli fare due giorni non è producente come per gli altri perché per raggiungere le zone di pesca sono necessarie diverse ore di navigazione. Probabilmente la marineria di Termoli farà una riunione interlocutoria venerdì alle ore 17 in attesa della decisione delle marinerie vicine abruzzesi ovvero per prendere una decisione interna senza valutare le intenzioni delle altre marinerie limitrofe». Tuttavia, poche ore dopo, cioè ieri mattina, viene battuta dall’Ansa la notizia che «I pescherecci di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia tornano in mare. Nuovo stop allo sciopero che va avanti da tre settimane. Le imbarcazioni torneranno a pescare per due giorni in Adriatico». «Lunedì e mercoledì torniamo in mare per due giornate di pesca, martedì resteremo invece fermi per vedere cosa emerge dalla Conferenza Stato-Regioni in cui si parlerà della pesca – fanno sapere Francesco Caldaroni, presidente delle Marinerie d’Italia e Apollinare Lazzari, presidente dell’associazione produttori pesca di Ancona a conclusione del confronto fra le marinerie di Marche, Abruzzo e Puglia che si è svolto al mercato ittico di Civitanova Marche alla presenza di circa 200 tra armatori e pescatori. Speriamo che arrivino risposte dal governo perché il gasolio continua a crescere – spiega Lazzari – armatori e pescatori torneranno a incontrarsi la prossima settimana per verificare nel frattempo cosa emerge». Una decisione che assolutamente a ieri mattina non era stata assunta affatto e che ha gettato incredulità nella marineria. Tuttavia, le ore trascorse acquisendo le notizie sulle altre flottiglie pronte a salpare domenica sera (o negli altri giorni, comprese Puglia e Abruzzo, hanno costretto gli armatori molisani e porre in votazione e una maggioranza di coloro che si sono espressi per tornare alla pesca hanno anche disposto i tre giorni di attività, con sporadiche volontà anche sui 2 e 4 giorni. Staremo a vedere. Intanto, i tre giorni non sono fissati, ma sono liberi, tra domenica sera e giovedì al rientro in banchina, anche seguendo condizioni meteo e richieste di mercato. Martedì però c’è la sessione della conferenza Stato-Regioni, molto attesa. Intanto, nuova iniziativa sul cosiddetto “Caro gasolio”, causato dallo scoppio della guerra in Ucraina ha investito in pieno l’intero settore della Pesca, producendo effetti catastrofici sia per le aziende ittiche che per le lavoratrici e i lavoratori del settore. I segretari generali delle organizzazioni sindacali confederali, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila Pesca hanno inviato una lettera al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando. «Alla crisi in atto, infatti, gli addetti del settore hanno partecipato con effetti negativi diretti sulle buste paga. La ‘quota parte’ del salario è una sezione dell’istituto retributivo che compartecipa all’andamento aziendale sì nei benefici del pescato, ma anche nei costi energetici che l’impresa ittica deve affrontare per uscire in mare. Sebbene per il mondo imprenditoriale questo Governo ha previsto dei ristori economici per far fronte alle ingenti perdite economiche dovute alla crisi, il mondo del lavoro ha visto solamente crollare il proprio potere di acquisto, senza poter usufruire di alcuno strumento di sostegno al reddito. Per quanto sopra esposto, siamo convinti, che sia necessario e non più derogabile prevedere un sostegno economico per i lavoratori e le lavoratrici del comparto ittico; Pertanto, siamo a richiederLe un incontro urgente. Certo di un Suo riscontro», la firma di Patrizio Giorni, Antonio Pucillo ed Enrica Mammucari.

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