Il traguardo era fissato per ieri, dalla roadmap diffusa a febbraio e oltre a sbocciare mimose simboliche, per la festa della donna, anche negli ambienti metalmeccanici si è brindato e mica poco. Siglato il rinnovo del Ccsl Stellantis, dell’intero perimetro, che comprende anche Cnhi, Iveco e Ferrari, oltre alla casa madre, che però è quella che più ci interessa, con gli stabilimenti di Termoli e la Sevel. Dopo un percorso di circa 4 mesi, il sistema contrattuale consolida definitivamente le certezze dei lavoratori del gruppo, certezze soprattutto salariali di diritti e di tutele, in un contesto di difficile previsione industriale e di mercati impazziti. «Come Fim-Cisl abbiamo lavorato per rendere questo risultato possibile, per noi il valore delle persone rapportato al lavoro è la priorità. Il recupero dell’inflazione e del potere di acquisto delle nostre buste paghe era fondamentale, già dal prossimo mese si avrà un aumento in paga base del 6,5% per arrivare ad un ulteriore 4,5% nel gennaio del 2024. In aggiunta una serie di una tantum di 200 euro nei mesi di aprile maggio e luglio. È il primo contratto di questa portata per la difesa del potere di acquisto dei salari. Tutela i lavoratori dentro la transizione automotive e fa da apripista per i prossimi rinnovi. A Torino, presso l’Unione industriali, dopo un confronto durato quattro mesi che ha visto le parti discutere tutti i temi della piattaforma presentata dalle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto specifico di lavoro, si è chiusa positivamente la trattativa per il rinnovo del Ccsl scaduto il 31 dicembre 2022». Erano presenti diversi esponenti sindacali partiti da Termoli. Il nuovo contratto avrà durata quadriennale per la parte normativa e biennale per quella economica. A partire dalla prima mensilità utile, marzo 2023, l’aumento sui minimi sarà del 6,5% pari un incremento medio di 119 Euro (relativo all’inflazione del 2022, che si aggiunge al 2% già erogato lo scorso anno) e per il secondo anno a gennaio 2024 un aumento del 4,5%, pari a 87,8 euro. Complessivamente nel biennio i minimi saranno aumentati di 11,3 punti percentuali per un totale di oltre 207 euro mensili. Verrà inoltre erogato un importo una-tantum di 400 euro, in due tranche di pari valore, una nel mese di aprile 2023 e una nel mese di luglio 2023. Oltre a ciò, a partire dal mese di maggio 2023, i lavoratori avranno a disposizione 200 euro netti di Flexible Benefit spendibili nella piattaforma welfare Cnhi, Iveco, Stellantis e in buoni carburanti per Ferrari. Il montante salariale generato dai minimi, dall’una-tantum e dai flexible benefit che i lavoratori incasseranno nel biennio sarà pari a oltre 4.300 euro medi. È un risultato particolarmente positivo e unico che farà sicuramente da apripista per altri rinnovi contrattuali nazionali. Ci eravamo impegnati con le lavoratrici e i lavoratori per recuperare a livello salariale il pesante taglio subito nel corso del 2022 e l’inflazione che peserà anche nel corso di quest’anno; con questo contratto a differenza di altri contratti, recuperiamo l’inflazione, anche quella generata dagli energetici importati e lo facciamo in 12 mesi, incrementando i minimi mensili del +11,3% a cui si devono aggiungere una-tantum e benefit che pesano per un ulteriore +1,5%. Per Stellantis, Cnhi e Iveco il contratto ha poi definito, migliorandolo nella quantità e nelle modalità di erogazione, il nuovo sistema premiante collegato ai risultati dei vari Gruppi. Per Stellantis verrà calcolato sul risultato operativo AOI (Adjusted Operating Income) in rapporto ai ricavi di Stellantis Enlarged Europe con un’erogazione massima che passa dal 8,5% al 10,5% della paga base. Si è proceduto inoltre a rivalutare del 10% l’indennità funzioni direttive di Cnhi, Iveco e Stellantis e di eguale misura la “quota mansione” in Ferrari. A questo si devono aggiungere i miglioramenti della parte normativa: il rafforzamento del sistema partecipativo rappresentato dagli Osservatori e dalle Commissioni; l’affermazione del principio del “benessere del lavoratore in azienda” e una maggior attenzione ai temi della sicurezza sul lavoro; una normativa più aderente ai bisogni dei lavoratori sul Lavoro Agile (Smart Working), in Stellantis con un contributo spese di 200 euro. Vengono normati da vincoli più stringenti i recuperi produttivi e aumentata l’indennità a 27,5 Euro; i permessi retribuiti Par frazionati a ore per i turnisti arrivano a 24 ore, estensione del part-time e proroga del venerdì breve di Cnhi-Iveco. Si sono rafforzati i diritti per la Formazione Professionale e i permessi retribuiti per lo studio da 40 a 48 ore retribuite ogni anno e messe le basi per un futuro premio legato alla professionalità. Sono stati aggiunti nuovi diritti sulla genitorialità e nuove tutele nei casi di violenza di genere con l’estensione del congedo retribuito da 3 a 6 mesi a carico dell’azienda, che conquistato nella giornata della donna assume ancor di più un valore significativo. «Il nuovo Contratto è frutto del grande impegno e lavoro che come Fim-Cisl abbiamo fatto insieme alle altre organizzazioni sindacali firmatarie del contratto. L’impegno dei nostri militanti e delegati sindacali è stato determinate sia nella fase di elaborazione delle richieste che nella difficile trattativa – affermano Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano – possiamo ribadire con forza e determinazione il valore del Ccsl, che ha saputo rispondere alle esigenze di tutela del reddito dei lavoratori e delle loro famiglie, in un difficile contesto economico caratterizzato da un’inflazione che taglia i salari e rappresenta una vera tassa contro il reddito da lavoro dipendente e contro i più deboli e poveri. Abbiamo saputo costruire nuove tutele in un contesto difficile, che rappresenta un esempio anche per gli altri rinnovi contrattuali. Lunedì 13 marzo 2023, a Roma abbiamo convocato l’assemblea nazionale dei rappresentanti sindacali di Fim-Cisl, insieme a quelli di Uilm-Fismic-Uglm-Aqcfr, per valutare e approvare l’accordo, seguiranno poi le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori». «A soli due mesi dalla scadenza siamo riusciti a rinnovare con Cnhi, Ferrari, Iveco e Stellantis il Contratto collettivo specifico di Lavoro, garantendo una tempestiva tutela salariale ai lavoratori e la doverosa continuità ad un sistema di relazioni industriali che è nato nel 2010 come contratto Fiat e che in questi anni ha protetto i lavoratori dell’industria dell’auto anche nei momenti più difficili. L’accordo raggiunge gli scopi che ci eravamo prefissati sin dalla presentazione della nostra piattaforma rivendicativa nella salvaguardia del potere di acquisto e apporta alcuni miglioranti anche nella parte normativa. Ciò è stato possibile grazie ad un sistema di relazioni sindacali improntato al dialogo, che si è andato rafforzando dinanzi alle sfide anche degli ultimi anni». Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive, all’atto della firma avvenuta a Torino a conclusione di una trattativa iniziata a ottobre 2022. Confidiamo di aver ottenuto il giusto risultato per i lavoratori – concludono Palombella e Ficco – nonostante la situazione assai complessa in cui versa il settore automotive, un risultato che è stato reso possibile da anni di contrattazione finalizzata da una parte al miglioramento della competitività delle realtà italiane e dall’altra al rispetto dei diritti e delle condizioni di lavoro. Anche stavolta le Parti hanno dimostrato quella caparbia volontà di trovare soluzioni condivise che fino ad ora ci ha sempre permesso di superare tutte le sfide». Per Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic Confsal «il sistema partecipativo paga!» «Era il primo rinnovo importante in periodo di alta inflazione e il potere d’acquisto dei lavoratori è stato tutelato con una crescita delle retribuzioni base dell’11% in due anni, pari a oltre 207 euro mensili sulla media. Quindi, per la tutela del potere d’acquisto dei lavoratori possiamo affermare, senza possibilità di smentita, che l’impianto del Ccsl svolge più efficacemente il compito rispetto alla tradizionale contrattazione confindustriale che vincola gli aumenti della paga base rispetto all’inflazione alla rivalutazione definita dall’indice Ipca depurata dall’importazione di beni energetici. L’impianto della rivalutazione della retribuzione definita dal rinnovo del Ccsl costituisce un benchmark per i futuri rinnovi contrattuali a partire da quelli metalmeccanici privati. Inoltre, il rinnovo aveva già definito degli importanti miglioramenti dell’impianto normativo rafforzando i compiti delle Rsa e Rls nei luoghi di lavoro, dando nuovo impulso al sistema partecipativo a livello di stabilimento e anche a livello nazionale, come dimostrato dall’attenzione data all’illustrazione dei piani industriali dal management di CnhI Iveco Ferrari e Stellantis», prosegue Di Maulo. «L’impianto del Ccsl nato 13 anni fa con l’accordo di Pomigliano si avvia con questo rinnovo al raggiungimento della maggiore età. Si smentiscono palesemente tutti gli uccellacci del malaugurio che avevano pronosticato la sua morte fin dalla nascita», conclude Il segretario generale Fismic-Confsal. La sigla sindacale Aqcf-r, che si occupa dei quadri direttivi, ha evidenziato come la firma sia il «Primo passo verso il giusto riconoscimento economico della qualità delle prestazioni del Professional. Col rinnovo del Ccsl, si incrementa l’importo dell’Indennità Funzione Direttiva, riconoscendo così contrattualmente l’elevato grado di capacità gestionale e l’alto livello di specializzazione che i lavoratori, con la qualifica aziendale di Professional, esprimono quotidianamente nello svolgimento delle funzioni direttive. In considerazione del periodo particolarmente delicato, che stiamo vivendo all’insegna dell’incertezza, gli incrementi di circa il 10,5%, delle indennità, rappresentano un primo passo verso il percorso che l’Aqcf-R intende compiere, con determinazione, per sostenere i Professional, sia sul piano del consolidamento e legittimazione del loro ruolo aziendale, che su quello del congruo e giusto riconoscimento economico per il contributo professionale prestato. Le nuove dinamiche economiche e sociali, l’accelerato sviluppo tecnologico, la transizione energetica e l’evoluzione delle modalità di svolgimento del lavoro, implicano per i Professional, che ricoprono in azienda ruoli chiave: nuovi e più evoluti livelli di responsabilità e di professionalità lo sviluppo di nuove capacità e competenze necessarie per gestire la crescente complessità del sistema aziendale nuove modalità di prestazione richieste dal lavoro da remoto Ed è per questo che sarà necessario rendere l’lfd un elemento economico da rivalutare periodicamente, adeguandola alle prestazioni sempre più articolate che saranno richieste ai Professional».

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