Una telefonata avverte di cosa stia accadendo all’ospedale San Timoteo di Termoli. Un anziano, con patologie croniche, e senza persone che lo accudissero a casa, si trova da oltre 24 ore sulla branda tra Pronto soccorso e Medicina d’urgenza, a causa della carenza di posti letto.
Una situazione di disagio che perdura da diversi giorni in viale San Francesco. Proprio in questi minuti veniamo a sapere che ora sarà ricoverato in corsia, dopo la lunga attesa. La sanità pubblica in basso Molise necessita di risposte concrete. Proprio ieri lettera aperta del sindaco di Termoli Francesco Roberti che invita pubblicamente il neodirettore generale dell’Asrem, dottor Oreste Florenzano, a Termoli per fargli conoscere la realtà dell’ospedale San Timoteo. «Come sindaco di Termoli sento il dovere di doverLa invitare nella nostra città per farLe conoscere l’ospedale San Timoteo. In questa lettera aperta ho deciso di rivolgermi direttamente a Lei che in qualche modo dovrà mediare e risolvere la situazione che si è venuta a creare nel nostro ospedale. Punto di riferimento per oltre centomila persone, il San Timoteo è quasi in ginocchio, sta perdendo tutte le sue eccellenze e con il passare del tempo anche le sue potenzialità. Reparti che rischiano la chiusura e per i quali quasi giornalmente tutti si battono per tenerli in vita, così come abbiamo fatto per la Pediatria. Manca anche il personale, ma ci sono molte altre situazioni che devono essere affrontate e risolte il più presto possibile per garantire il diritto alla salute ai nostri concittadini. Con i comitati e i movimenti che si sono costituiti sul territorio abbiamo, ognuno per la sua parte, portato avanti tante battaglie, con i dirigenti dei vari reparti ci siamo sentiti e relazionati e anche loro hanno deciso di uscire allo scoperto in quanto la situazione è davvero insostenibile. Nulla, dico nulla, può essere più trascurato. Il San Timoteo sembra aver preso la strada del non ritorno e questa è l’ultima cosa che vogliamo. Con i sindaci del basso Molise abbiamo cercato di fare il possibile, a volte ci siamo riusciti, altre no. Ma quello che Le posso garantire è che da qualche tempo è nato un sentimento comune tra medici, cittadini, comitati e amministratori. Non lasceremo nulla di intentato, ma prima di tutto ho intenzione di aprire con Lei un confronto e un dibattito per cercare, per quanto possibile, di ridare al nostro ospedale quell’autonomia e quelle possibilità di intervento che il caso richiede. Il San Timoteo non può più essere considerato un crocevia per raggiungere altri ospedali, oggi siamo quasi ridoti a questo. Per questi e tanti altri motivi che ho intenzione di illustrarLe, la invito a Termoli per un primo incontro sulle problematiche del nostro ospedale».

Redazione Termoli

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