Il piano di riorganizzazione della sanità ospedaliera in Molise alla luce del Covid è stato varato, mietendo forse più scontento che apprezzamenti. In ogni caso, restano delle criticità assolute sul territorio, che si manifestano ogni qualvolta c’è in ballo una vita da salvare. Chi non ricorda la vicenda di Michele Cesaride, su cui la magistratura ancora non ha chiuso le indagini. La rete di emergenza può rispondere a tutte le esigenze considerando lo stato in cui versa la viabilità regionale? Perché non si potenziano alcuni nosocomi per evitare che troppi km da percorrere riducano drasticamente le chance di sopravvivenza? E’ quanto viene da pensare dopo l’episodio avvenuto nella tarda serata di martedì, dove un 85enne di Montenero di Bisaccia ha chiamato il 118 Molise, intervenuto con la postazione locale e i volontari della Misericordia di Termoli in ambulanza, a causa di dolori addominali. Trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale San Timoteo è stato diagnosticato un aneurisma all’aorta addominale, insomma, patologia grave, che necessitava di un intervento d’urgenza e il trasferimento al Cardarelli di Campobasso. Ma coi lavori in corso e i semafori? Si rischiava di arrivare fuori tempo massimo. Così, grazie all’intuito di uno dei medici presenti, è venuta l’idea di chiedere una scorta ai Carabinieri, che facesse staffetta assieme all’ambulanza per portare l’anziano a Campobasso. In 45 minuti si è compiuto il trasferimento, l’85enne è stato operato e salvato. Ora sta meglio, fortunatamente. Ma cosa sarebbe accaduto diversamente? Riflettiamoci, tutti.

Emanuele Bracone

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