La recrudescenza dei contagi da coronavirus mette in allarme anche il mondo sanitario. Terzo contagio, un 48enne, negli ultimi giorni in città, con vacanzieri di rientro sulla costa, prima dalla Grecia, ora dalla Sardegna. «L’autunno è prossimo ad arrivare, non si commetta di nuovo l’errore di impostare la lotta alla malattia con una visione miope che vede l’ospedale come riferimento principale e si tralascia l’igiene pubblica e la medicina del territorio. I medici di famiglia saranno chiamati ad un impegno immane che dovrebbe essere organizzato, ben oltre le Usca attualmente esistenti – riferisce il dottor Giancarlo Totaro – i medici di famiglia, la guardia medica, il 118 tra qualche settimana saranno costretti ad affrontare l’enorme fardello di una epidemia che è tutt’altro che rientrata con una organizzazione e gli stessi strumenti che sono ancora quasi del tutto simile a quella della prima ondata pandemica. Come si sta organizzando la medicina generale per il prossimo autunno quando arriveranno tante malattie infettive stagionali come l’influenza dai sintomi molto simili? Nessuno al momento ha pensato di stilare preventivamente protocolli di azione diagnostico – terapeutica di coordinamento territorio-ospedale. E’ bene ricordare che ancora oggi il medico di famiglia, come gli altri medici del territorio, non possono nemmeno prescrivere direttamente ai pazienti i test diagnostici per il Coronavirus (tamponi e/o sangue). Se il sistema sanitario nazionale dovesse trarre un insegnamento da quanto è successo in questa prima fase di epidemia di Coronavirus in Italia è sicuramente la sottovalutazione della medicina territoriale fatta di medici di famiglia, guardie mediche, 118, medicina specialistica ambulatoriale, medicina penitenziaria ed in generale tutta la medicina preventiva territoriale e di igiene pubblica. Ancora una volta si ha l’impressione che stia di nuovo emergendo l’assurda e miope visione ospedalo-centrica che tanti danni sta facendo all’assistenza sanitaria dei cittadini. E’ assurdo: tutto passa e deve passare dall’ospedale, tutto deve accedere ai pronto soccorsi che in questa epidemia da Coronavirus ha prodotto evidentemente solo frutti amari. Quando si parla di un accesso improprio ai Pronto Soccorsi che supera il 90% non è un eufemismo, ma adesso abbiamo anche scoperto che dietro ogni accesso improprio ci possono essere anche dei rischi gravi, come nel caso di questa epidemia. La visione che mette sempre al centro dell’attenzione gli ospedali è perdente perché è enormemente più costosa della medicina generale. Il sistema che vede gli ospedali al centro di tutto, come nel caso del Coronavirus, non ha funzionato e si è dimostrato che in questi casi può essere addirittura pericoloso, diventando essi stessi un ulteriore problema se mal gestiti e male utilizzati. Porre l’ospedale al centro di ogni programmazione sanitaria ha ormai fatto il suo tempo ed è ora di rivalutare e perequare le funzioni della medicina generale in una ottica di miglioramento delle risposte sanitarie che lo stato deve dare ai cittadini. La visione ospedalo-centrica, insostituibile per gli acuti gravi, della sanità pubblica si è dimostrata perdente per gestire una pandemia dai numeri enormi ed insostenibile economicamente. L’ospedale se pur insostituibile se usato correttamente per i casi di scopo non è la panacea e se si utilizzano male le risorse non basteranno a curare adeguatamente tutti».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.