Miglioramento generalizzato dell’ambiente e della qualità della vita, evitando il trasferimento dell’inquinamento tra i diversi settori ambientali; coordinamento delle politiche regionali attraverso l’integrazione delle esigenze ambientali nelle politiche settoriali, al fine di assicurare uno sviluppo sociale ed economico sostenibile; razionalizzazione della programmazione in materia di gestione della qualità dell’aria; modifica dei modelli di produzione e di consumo, pubblico e privato, che incidono negativamente sulla qualità dell’aria; utilizzo congiunto di misure di carattere prescrittivo ed economico; partecipazione e coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico; previsione di adeguate procedure di controllo e monitoraggio, al fine di assicurare la migliore; applicazione delle misure individuate.
Questi sono i principi a cui si è attenuta l’Arpa nella redazione del Priamo. «Il Piano – come spiegato dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise – è stato elaborato a partire dalla conoscenza dello stato della qualità dell’aria, nonché delle sorgenti di emissioni che risultano dagli inventari di emissione armonizzati a livello nazionale».
Dunque, «si vuole segnalare come si sia generata, all’epoca dei fatti, confusione sulla natura del Piano; infatti, il Piano regionale integrato per la qualità dell’aria Molise è, per la Regione Molise, lo strumento di pianificazione e programmazione in materia di lotta all’inquinamento atmosferico al fine di preservare la qualità dell’aria e, in particolare, migliorare progressivamente le condizioni ambientali delle aree maggiormente degradate, mediante opportune misure volte al contenimento dell’inquinamento atmosferico. Va da sé, che essendo uno strumento di pianificazione, il Piano non può prevedere le modalità di monitoraggio della qualità dell’aria che, disciplinate da specifica normativa, sono individuati con specifici atti della giunta regionale».
Nel 2016, occorre ricordare, la Regione Molise ha approvato l’adeguamento della rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria. Poi c’è stato un passaggio in Consiglio regionale con la suddivisione tra monitoraggio e misure, ma l’approvazione consiliare secondo l’Arpa «non è stata sufficiente ad evitare confusione tra monitoraggio e misure di programmazione».
Sul Priamo, come è noto, c’è in ballo un ricorso da parte del Wwf Molise e delle Mamme per la salute e l’ambiente: a settembre il Tar entrerà nel merito.
La Regione si difenderà, chiaramente, pure con l’Arpa. L’Agenzia rispondendo ai rilievi del Movimento 5 Stelle che chiedevano informazioni, ha comunicato che «per quanto riguarda la “mancanza di incisività del Piano riguardo alle azioni di contrasto e riduzione delle cause di inquinamento”, si precisa soltanto che le misure proposte nel Piano sono adottate in tutto il territorio nazionale».
Capitolo a parte, poi, l’eliminazione di centraline di controllo fisse e “loro sostituzione con strumentazioni mobili non adeguate alle reali necessità”: a tal proposito Arpa ha ribadito che «la configurazione della rete di rilevamento della qualità dell’aria non viene stabilita all’interno di strumenti di programmazione. Nel 2016 è stato approvato, con delibera di giunta regionale numero 415, l’adeguamento della rete al decreto legislativo 155/2010; adeguamento condiviso con Mattm, Ispra ed Enea. Nel 2017 il Comune di Venafro ha proposto un ricorso straordinario al presidente della Repubblica contro la Regione Molise e l’Arpa del Molise, per l’annullamento – con istanza cautelare – della delibera citata. Nel 2020 il presidente della Repubblica, udito il parere reso dal Consiglio di Stato, ha respinto tale ricorso».
Va detto comunque che, ad oggi, la centralina di via Colonia Giulia – eliminata dalla rete – è ancora funzionante grazie all’impegno verbale assunto dal governatore Donato Toma.
In merito allo studio epidemiologico ambientale in corso presso la Piana venafrana, «si rappresenta che nel settembre 2020 è stato siglato un Accordo di collaborazione scientifica tra l’Ifc-Cnr e l’Arpa Molise, al fine di contribuire alla realizzazione del Progetto di ricerca “Realizzazione di uno studio di coorte residenziale basato sulla ricostruzione del profilo di mortalità e morbosità in associazione con i rischi ambientali – EPIVenafro+7”. Le attività di questo accordo riguardano forme di collaborazione che consentano lo scambio di dati ed informazioni ai fini dell’espletamento delle attività, ad oggi Arpa Molise ha fornito tutti i dati richiesti e necessari allo studio».
Infine, Arpa Molise ha puntualizzato come «la norma non fissa una scadenza per l’aggiornamento del Piano, se non per la parte della classificazione (articolo 4 comma 2 del decreto legislativo 155/2010), ma naturalmente dovendo agire sulle principali sorgenti di emissione che determinano o possono determinare criticità dal punto di vista della qualità dell’aria, la Regione dovrà valutare quando è necessaria una revisione».

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