Cresce in città e nell’intera Valle del Volturno l’attesa per l’udienza pubblica di mercoledì mattina al Tar Molise. I giudici amministrativi di Campobasso saranno infatti chiamati ad esaminare i ricorsi proposti da Herambiente, la società che gestisce il termovalorizzatore di Pozzilli, intenzionata a vedersi modificata l’Aia per bruciare una maggiore quantità di rifiuti.
Tra gli enti municipali, oltre a Venafro si è costituito in giudizio all’ultimo minuto utile solo Montaquila. Dunque, Pozzilli ha preferito rimanere alla finestra, così come Sesto Campano (dove insiste la cementerai Colacem). In difesa dell’ambiente e del territorio si sono inoltre schierati la Regione Molise, la Provincia di Isernia, il Parco regionale dell’Olivo, il Comitato «Donne 29 agosto», il Codacons e, chiaramente, le Mamme per la salute e l’ambiente, vere protagoniste delle barricate.
Gli avvocati coinvolti sono più di dieci, oltre all’Avvocatura dello Stato: una sorta di maxi processo insomma. Del resto la posta in palio appare altissima. Herambiente, anche se la notizia è rimasta finora in sordina, ha proposto ricorso pure contro il Piano regionale dei rifiuti. Le tre istanze verranno discusse rispettivamente al secondo, al terzo ed al quarto punto dell’agenda del Tribunale amministrativo regionale del Molise.
Davanti alla sede del Tar è previsto il sit in delle Mamme per la salute. Con loro ci saranno anche decine di manifestanti. Dalle Quattro Cannelle di Venafro alle ore 7 partirà infatti un pullman organizzato dai promotori (Raffaele Siano in testa) della manifestazione «Ora basta» del 14 gennaio scorso. Una mattinata, quella di mercoledì, che si preannuncia calda. Herambiente, temono alcuni cittadini, avrebbe presentato ricorso contro il Piano rifiuti poiché questo non prevede la possibilità di bruciare ecoballe.
In merito ai primi due ricorsi, la società – come spiegato dal presidente Filippo Brandolini nei giorni scorsi – intende far valere le proprie ragioni in tema di Aia: l’Autorizzazione integrata ambientale concessa dalla Regione Molise nel luglio del 2015 fisserebbe il tetto di 93.500 tonnellate all’anno, mentre l’intenzione è quella di mutare la natura della concessione per eliminare il tetto di rifiuti e passare alla modalità di “saturazione” dell’impianto in ordine alla capacità termica. Tradotto, per Brandolini significa al massimo 8mila tonnellate in più; per le Mamme invece il pericolo è che si possa arrivare addirittura a 50mila tonnellate in più.
In ogni caso, quella del Tar sarà una partita decisiva comunque la si guardi. Appare, infatti, una delle poche speranze per gli ambientalisti di “mettere un freno” alle attività inquinanti sul territorio considerato che, al momento, altre vie non sembrano praticabili (se si eccettua il parziale divieto al transito dei mezzi pesanti imposto dal prefetto di Isernia per via Colonia Giulia).

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