Nessuno sconto per Anna Minchella. La Corte di Assise d’Appello di Campobasso ieri pomeriggio ha sentenziato confermando la condanna di primo grado. L’infermiera accusata della morte di Celestino Valentino dovrà scontare dunque 30 anni di carcere per omicidio volontario aggravato e furto aggravato (collegato all’appropriazione degli schizzettoni utilizzati poi per avvelenare la vittima).
La difesa, sostenuta dagli avvocati Marciano e Aldo Moscardino, ha provato a chiedere anche nuovamente una perizia psichiatrica ma il collegio non ha ravvisato la necessità di esaminare di nuovo la donna originaria del Casertano che dall’estate 2017 si trova rinchiusa nel carcere di Benevento. Giustizia è fatta, quindi, per la morte di Celestino Valentino, 77enne di Pratella che si trovava ricoverato presso l’ospedale Ss Rosario di Venafro quando – era il 22 giugno 2016 – Anna Minchella gli iniettò a forza in gola dell’acido cloridico. Il pensionato, infermo nel letto dell’ospedale, morì tra atroci sofferenze dopo una settimana.
A metà giugno di quest’anno si era espresso il Tribunale di Isernia, sentenziando 30 anni di condanna per via del rito abbreviato contro l’assoluzione chiesta dalla difesa e l’ergastolo invocato dall’accusa.
Alla 49enne infermiera erano state addebitate le aggravanti per l’uso di sostanze venefiche (veleno), per aver perpetrato la propria condotta nei confronti di una persona indifesa e per aver agito con crudeltà. Tutte aggravanti confermate dalla Corte di Assise d’Appello, insieme all’interdizione dai pubblici uffici e alla sospensione della potestà genitoriale nonché la pubblicazione dell’estratto della sentenza come forma di risarcimento morale. L’imputata dovrà pure indennizzare i familiari della vittima con una provvisionale quantificata in 450mila euro complessivi. Gli avvocati Moscardino avevano chiesto oltre alla perizia psichiatrica, l’assoluzione ed in subordine la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale. Nulla di tutto ciò. Anna Minchella è ritenuta colpevole di omicidio volontario. A sostegno della tesi di colpevolezza le indagini condotte sin dall’immediatezza dei fatti dai Carabinieri. Il caso suscitò grande scalpore attirando l’attenzione dei mass media nazionali.
All’udienza hanno preso parte i familiari della vittima che si sono costituiti parte civile. Tra i legali pure Alfredo Ricci, che ha seguito la posizione delle figlie di Celestino Valentino, Rosa e Annamaria: «Un segnale positivo per la giustizia, c’è grande commozione e soddisfazione da parte dei familiari».
Ultima opzione per la difesa, ora, il ricorso di legittimità in Cassazione.

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