«Nei giorni di piena emergenza epidemiologica al Comune sono arrivate tre sentenze della Corte di Appello di Campobasso, con cui il Comune è stato condannato a pagare somme ingenti a tre ex lavoratori socialmente utili. Altre sentenze sono previste sulla stessa vicenda, e non è escluso che avranno contenuti analoghi»: il sindaco di Venafro Alfredo Ricci interviene sulla vicenda degli ex lavoratori socialmente utili che hanno vinto in secondo grado la causa contro il Comune.
La Corte di Appello di Campobasso, ribaltando la sentenza del tribunale di Isernia, ha dato ragione ai ricorrenti che furono utilizzati con mansioni superiori rispetto al loro contratto basato sulla scorta di un progetto che aveva come oggetto la riqualificazione ambientale della città “con attività da svolgersi in collaborazione con l’assessorato all’Ambiente” e prevedeva una durata di 2 anni. L’attività lavorativa dei 7 operai ebbe inizio nel marzo del 1999 e il progetto fu prorogato, di delibera in delibera dell’esecutivo guidato dall’ex sindaco Nicandro Cotugno, fino al 23 settembre del 2010. Ma i ricorrenti erano stati impiegati alle dipendenze del Comune di Venafro fino ai primi giorni del 2011 e con mansioni diverse, come quelle presso i settori Affari generali, Lavori pubblici, Urbanistica, servizio di assistenza scolastica e altro ancora.
Per le casse comunali un colpo durissimo perché «complessivamente per il Comune di Venafro si potrebbe profilare una tegola tra i 400 e i 500 mila euro», ricorda ancora il sindaco Ricci che sulla tegola appena giunta a Palazzo Cimorelli chiama in causa l’ex sindaco Nicandro Cotugno: «La storia degli ex Lsu esplode nel periodo 2010/2011, all’epoca il sindaco era Nicandro Cotugno. Si tratta di una vicenda tra le più buie della storia amministrativa della nostra città, allorquando circa 10 persone, che lavoravano al Comune da 15 anni, furono sbattute in mezzo alla strada nonostante le tante promesse che erano state loro fatte negli anni precedenti a partire dalla campagna elettorale del 2008. Eppure il piano all’epoca predisposto dalla Regione, sulla base di un accordo con il Ministero del Lavoro, prevedeva che per diversi anni lo stipendio fosse pagato con fondi regionali».
All’epoca dei fatti il sindaco Ricci, insieme al suo predecessore Antonio Sorbo, sedeva tra i banchi dell’opposizione e la vicenda degli Lsu del Comune di Venafro fu una bomba ad orologeria per il governo cittadino in carica, tanto che i sindacati investirono del problema anche il prefetto di Isernia.
«In quel periodo- ricorda ancora il sindaco di Venafro- ero consigliere comunale di opposizione e ricordo ancora quella mattina di gennaio 2011, quando ricevetti la telefonata di uno di questi lavoratori che, in lacrime, mi comunicava che erano stati chiamati i carabinieri per cacciarli dal posto di lavoro. Oltretutto, la Regione Molise, onde evitare che il Comune di Venafro fosse l’unico ente a non avere stabilizzato gli Lsu, aveva concesso d’ufficio – senza richiesta dell’amministrazione – una proroga che avrebbe consentito al Comune di continuare ad avvalersi degli Lsu: ma quella proroga venne rifiutata. Probabilmente quei lavoratori, nell’attuale momento di carenza di personale per il Comune, avrebbero potuto dare una mano importante a portare avanti la macchina amministrativa. Sta di fatto che, sfumata la possibilità di stabilizzazione, alcuni di quegli ex Lsu decisero di agire in giudizio contro il Comune per rivendicare una serie di diritti relativi al periodo in cui avevano lavorato. Il tribunale di Isernia diede loro torto. Ma alcuni di essi decisero di proporre appello e, ora, sono arrivate le pronunce della Corte di Appello, con cui la sentenza di primo grado è stata ribaltato».
Ma ora in tanti si chiedono: il Comune di Venafro cosa farà? Farà ricorso in Cassazione, sezione Lavoro, oppure cercherà di trovare un accordo con i vincitori di questa vicenda lunga ben dieci anni? Accordo che da più parti auspicano anche dall’interno della maggioranza. Ma il sindaco Ricci assicura: «Stiamo valutando il da farsi con i legali del Comune. Al momento, però, vi è di certo che il Comune si ritrova un debito enorme, ancora una volta per ‘magagne’ provenienti dal passato, con il rischio di compromettere i servizi per i cittadini e i sacrifici degli ultimi anni, e con diversi ex lavoratori ancora in attesa di conoscere quale sarà il loro destino».

Marco Fusco

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