Svolta per le indagini sul caso Luca Megali, il barbiere nato a Venafro ma trasferitosi a Napoli, nel quartiere Soccavo dove è stato barbaramente ucciso sei anni fa. Un killer fece irruzione nel suo negozio, in via Vicinale Romano, e sparò all’indirizzo del barbiere quattro colpi di pistola. Sei anni dopo l’omicidio, sono stati arrestati il mandante di quell’omicidio e tre persone per estorsione. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ieri mattina la Polizia ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip di Napoli. Il primo riguarda, appunto, l’omicidio di Luca Megali che aveva solo 28 anni, l’altra ordinanza riguarda invece tre persone indiziate di estorsione e tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso su ricavati provenienti a loro volta da attività illecite come truffe on-line. Luca Megali era nato a Venafro ma da anni si era trasferito a Napoli. Nel popoloso quartiere di Soccavo era titolare della sua attività di barbiere: quel giorno del novembre del 2014, un killer entrò da solo nel salone e lo uccise con quattro colpi di pistola. Secondo la ricostruzione dell’epoca, il malvivente entrò nella barberia per una rapina. Puntò la pistola contro il titolare Megali (che era incensurato) che provò a rifugiarsi dietro al bancone della cassa ma fu raggiunto da quattro proiettili. Il barbiere era il fratello di Antonio Megali, arrestato nel gennaio scorso per l’omicidio di Fortunato Sorianiello avvenuto cinque mesi prima dell’assassinio di Luca. Quello stesso giorno furono arrestati Carlo e Filipo Tommaselli (padre e figlio) ed Enrico Calcagno oltre, appunto, ad Antonio Megali, tutti coinvolti nell’omicidio di Sorianiello. Secondo gli inquirenti che hanno condotto le indagini, la morte del povero Luca è da ricondurre vendetta trasversale, una vicenda dai contorni oscuri che finalmente venendo alla luce.

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