Spunti interessanti nella visita di Sergio Marchionne allo stabilimento Sevel in val di Sangro. Quello che per numero di addetti molisani impiegati è il secondo polo metalmeccanico per importanza dopo lo stabilimento Fiat di Termoli, l’amministratore delegato del Lingotto ha confermato 700 milioni di euro di investimenti per la fabbrica di Atessa, numero uno in Europa per i veicoli commerciali, ma ha lanciato anche un chiaro ammonimento.
“Se non ci daranno regole certe smetteremo di investire in Italia”, parole pesanti, arrivati dopo la sentenza della Consulta che ha dato ragione alla Fiom di Landini, ma dopo il bastone, la carota.
Mentre fuori il corteo di manifestanti, non molto nutrito, imboniva slogan e cori contro l’establishment e il manager di origini teatine, lo stesso Marchionne apriva all’incontro con Landini, anche se non è disposto a negoziare rivisitazioni sui contratti già approvati dalla maggioranza dei lavoratori.
Fiat dal 2004 ad oggi è riuscita ad evitare un fallimento che sembrava ineluttabile, triplicando il fatturato da 27 a 84 miliardi di euro e allargandosi sui mercati internazionali, fino ad assorbire la Chrysler, dando lavoro a 215mila persona.
Ma per chi dissentiva oltre i cancelli ad Atessa, sono numeri che non collimano coi 700 euro al mese di salario.

 

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.