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Carta dei diritti e referendum del prossimo 28 maggio, la Cgil di Susanna Camusso schiera il sindacato sul territorio per incontrare lavoratori e cittadini. Ieri, quindi, nella provincia di Isernia è toccato al membro della segreteria nazionale Giuseppe Massafra spiegare le ragioni della battaglia della Cgil. Il sindacalista pugliese, accompagnato tra gli altri dal segretario della Fiom Cgil, Giuseppe Tarantino, da Sandro Del Fattore e da Franco Spina si è quindi recato inizialmente al mercato di Isernia e infine a Bojano. Nel mezzo, l’assemblea presso l’Emak di Pozzilli. Qui, ai tanti lavoratori riuniti Massafra ha spiegato il perché della raccolta firme a sostegno dei quesiti referendari e della proposta di legge popolare finalizzata a disegnare il nuovo Statuto dei lavoratori nella prosecuzione della campagna nonostante il governo abbia approvato un decreto che sostanzialmente rende nullo il referendum. Tuttavia, l’abolizione dei voucher – uno dei quesiti proposti dalla Cgil forte di oltre un milione di firme – non è ancora legge. E così, il sindacato non vuole farsi trovare impreparato.

In ogni caso, come sottolineato da Massafra nelle sue dichiarazioni a Primo Piano Molise, «continueremo la nostra opera di sensibilizzazione e coinvolgimento non solo dei lavoratori bensì di tutti i cittadini. Il mondo del lavoro è cambiato completamente. Anche per via della crisi, si sono impoveriti i diritti, le tutele, le condizioni dei lavoratori, pertanto è necessario anzi indispensabile un nuovo Statuto dei lavoratori. Occorre ricostruire le condizioni di lavoro guardando alle persone più che alle situazioni contrattuali. Lo Statuto degli anni ‘70 è incentrato sui lavori subordinati. Ora però tanti lavoratori hanno contratti precari, parasubordinati, autonomi, di collaborazione ecc. quindi vanno ripensati i diritti dei delavoratori in quanto tali e non solo in quanto titolari di un contratto». In altre parole, per il membro della segreteria Camusso, «bisogna partire dal valore e dalla dignità delle persone e non puntare sulla “via bassa” (così definisce le attuali condizioni del mondo del lavoro Massafra, ndr) dello sviluppo». Insomma, serve riportare al «centro il lavoro. E questo vogliamo fare con la Carta dei diritti universali dei lavoratori». La Cgil per promuovere il nuovo Statuto è partita dal referendum: tre proposti, due ammessi.

«Siamo partitit dai voucher, l’emblema delle condizioni peggiori di distorsione del mercato del lavoro… I voucher anziché regolare il lavoro occasionale, con la liberalizzazione voluta nel 2013 dall’allora ministra Forneno sono diventati strumento con cui camuffare un rapporto di lavoro di fatto strutturato». Su questo, la ricetta della Cgil è semplice: no all’abolizione tout court bensì «tornare ai voucher originari» che in alcuni casi servono e sono utili. L’altro quesito referendario proposto e ammesso riguarda la responsabilità solidale negli appalti. «Contrariamente a quanto si possa pensare, questo tema riguarda tutta la comunità perché incide sulla qualità dei lavori e dei servizi effettuati e sulle condizioni dei lavoratori». L’abolizione della norma sulla responsabilità solidale, nel combinato disposto della crisi e del processo di esternalizzazione che si è moltiplicato ha comportato delle storture che sarebbe il caso di rivedere: «In tal senso chiediamo il ripristino della norma sulla responsabilità solidale negli appalti per garantire la qualità e non il massimo ribasso» altrimenti chi riceve la commessa baderà solo ad abbassare i costi spesso senza curarsi della qualità e della sicurezza. Sia nel caso che il referendum si tenga che nel caso in cui il decreto del governo diventi effettivamente legge, con annullamento della tornata elettorale del 28 maggio, «la Cgil il risultato lo ha ottenuto perché si sta parlando di questioni che abbiamo posto noi e che dovranno portare al nuovo Statuto dei lavoratori».

(su Primo Piano Molise di oggi in edicola)

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