L’assegno staccato dalla Regione per i vitalizi degli ex consiglieri di Palazzo D’Aimmo, a giugno 2022, è stato pari a 203.971,63 euro. In un anno, a questa cifra: 2,5 milioni. Oltre alle 76 pensioni dirette, ci sono 27 reversibilità riconosciute ai familiari di chi non c’è più, per un totale (a maggio 2022) di 45.600 euro. Complessivamente fa 2 milioni e 994mila euro all’anno.
Negli elenchi aggiornati, pubblicati alla sezione trasparenza del sito istituzionale dell’Assemblea legislativa molisana, ci sono due pensionati in più rispetto all’ultima volta che ce ne siamo occupati: Domenico Di Nunzio e Carmelo Parpiglia. Quest’ultimo, ha trascorso in via IV Novembre sei anni e mezzo: l’ultima beve legislatura Iorio e quella Frattura. Di Nunzio, solo il mandato dal 2013 al 2018. Percepiscono entrambi l’assegno calcolato con metodo contributivo (la nuova pensione dei politici dopo l’abrogazione del vitalizio): 569,99 euro al mese Di Nunzio e 602,56 Parpiglia.
Quanto al vitalizio vero e proprio, dal 2020 in poi (in attuazione della legge regionale presentata dai presidenti Toma e Micone) pesa meno sulle casse pubbliche locali (pochi anni fa il conto era di oltre 4 milioni annui) prevalentemente per via della determinazione di fatto ‘imposta’ dal governo nazionale (il Conte I nello specifico) con la leva della minacciata riduzione dei trasferimenti pari all’80% e sancita in base a criteri stabiliti in un’intesa fra Stato e Regioni (ricalca quella attuata per i parlamentari). Per il ricalcolo (che ha riguardato pure le reversibilità) si determina il montante contributivo individuale (che tiene conto della base imponibile e della quota di contribuzione a carico del consigliere negli anni di riferimento) e lo si moltiplica per un coefficiente di trasformazione relativo all’età anagrafica dell’interessato alla data di decorrenza dell’assegno. Che, nella maggior parte dei casi, è diventato meno pesante. In altri, invece, in teoria avrebbe dovuto aumentare, ma le norme nazionali e regionali hanno fissato un limite: nel caso il vitalizio reloaded sia più alto, continua ad applicarsi quello precedente. Il che spiega perché, fra gli altri, gli importi appannaggio degli ex senatori Astore e D’Ambrosio o degli ex assessori Di Rocco e De Matteis siano gli stessi del periodo ante riduzione.
Anche se in versione riveduta e corretta, tuttavia il vitalizio resta il privilegio della politica per antonomasia. Lo si può percepire, a 60 anni o a 55 con una decurtazione, anche se ancora si lavora (non però se si ricopre una carica elettiva). È, naturalmente, cumulabile con analogo trattamento previdenziale per esempio di Camera e Senato o del Parlamento europeo, oltre che con pensioni lavorative vere e proprie. Un solo mandato in via IV Novembre vale 1.861 euro al mese (o 580 se si è stati eletti dopo il 2012). Ai comuni mortali sembra una storia che arriva da Marte.

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