I dati presentati dal presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, nel corso di un’audizione in commissione Bilancio alla Camera, fotografano per l’Italia una situazione straordinariamente difficile per i giovani e per le famiglie. Il consigliere regionale dell’Udc Izzi ha commentato: “Analizzando questi dati emerge che la situazione per i giovani italiani è diventata ancora più drammatica: nei primi tre trimestri del 2011 nella fascia di popolazione tra i 18 e i 29 anni sono stati persi 80mila posti di lavoro, una flessione del 25%; e per quanto riguarda le assunzioni, per l’80% si è ricorso a contratti precari. Siamo a un preoccupante 31% di disoccupazione giovanile, in Europa peggio di noi c’è solo la Spagna con il 48.7%”. “E’ una situazione che necessita di misure urgenti ed efficaci” – ha sottolineato Izzi. “Confidiamo in una celere riforma del mercato del lavoro che incentivi e premi l’occupazione, in particolar modo quella giovanile. Auspichiamo anche che i giovani inizino ad usufruire di possibilità e strumenti già previsti nel decreto sulle liberalizzazioni, ad esempio la possibilità di costituire una Ssrl, una società semplificata a responsabilità limitata, con un solo euro di capitale e senza formalità se si hanno meno di 35 anni. Per quanto riguarda il Molise, questi risultati vengono dopo la pubblicazione di una classifica che vede il Molise in una posizione a dir poco lusinghiera. Secondo lo youth friendly index, che misura il potenziale di attrattività delle regioni italiane per gli under 30, la nostra regione è al quarto posto dopo Marche, Valle d’Aosta e Umbria. Eppure molto c’è da fare per garantire ai nostri giovani la permanenza e un lavoro adeguato, e questo resta il primo punto nell’agenda delle istituzioni regionali”. “Per quanto riguarda l’altro punto dolente messo in evidenza dalle statistiche dell’Istat – ha concluso Izzi – e cioè la situazione economica della popolazione italiana vanno fatti altri discorsi. Nel 2010 il 5.2% era in povertà assoluta, il 24.5% a rischio povertà, con una media che nel Meridione arrivava al 39.4%. Quando ci si trova in queste situazioni di difficoltà e di estrema degenza, occorre predisporre degli strumenti di solidarietà che permettano ai cittadini svantaggiati la sussistenza di base e il fondamentale mantenimento della propria dignità. Un reddito minimo di cittadinanza crediamo che possa rappresentare la soluzione per tali situazioni”.

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