Sfonda il ‘no’ al referendum. In Molise la percentuale di chi ha votato contro la riforma costituzionale ha superato la media nazionale: è del 60,78% (pari a 98.728 voti) contro il 39,22% (pari a 63.695 voti) per chi ha scelto il ‘sì’.

Non si discosta dal trend il capoluogo di regione, città dove il sindaco ha condotto la campagna elettorale per il ‘sì’: a Campobasso il 60,58% (16.970 votanti) ha deciso per il ‘no’. Peggio è andata a Termoli dove vince il ‘no’ con il 65,13%. 11811 cittadini hanno bocciato la riforma costituzionale contro il 34,87% dei cittadini, 6323 votanti, che invece ha scelto ‘sì’.

Percentuale ancora più alta a Isernia città dove il 66,85% (7.604) degli elettori ha scelto il ‘no’ contro un 33,15% (3.770) di ‘sì’. Valanga di ‘no’ anche a Venafro dove la percentuale ha raggiunto il 68,05%.

Le frizioni del giorno dopo. Si apre adesso il fronte della polemica a più livelli. In Molise, infatti, il presidente della Regione ha appoggiato il fronte del ‘sì’, esattamente come il segretario del Pd. Una spaccatura quella creata in Molise che non  è passata inosservata: lo stesso premier Renzi ha sottolineato come in seno al consiglio regionale gli stessi esponenti del Pd hanno spinto per il ‘no’. Frattura ancora più marcata all’interno dei democratici stessi con la segretaria Fanelli, renziana di ferro, che ora dovrà vedersela con gli assalti dell’altra componente dem, guidata dall’agguerrito deputato Danilo Leva (per inciso, nella sua Fornelli il ‘no’ ha raggiunto il 67,36%). Aria di resa dei conti anche al Comune di Campobasso, dove il malcontento serpeggia tanto da essersi trasformato in una polveriera.

Insomma, il dopo referendum non sarà solo questione di analisi in Molise, ma anche terreno per nuove lotte, il tutto con lo sfondo delle Regionali tra poco più di un anno.

Un Commento

  1. Regione di imbecilli. La prova più eclatante la si è avuta con questo esito. I cittadini sono lo specchio dei politici: attaccati ai privilegi, alle clientele, alle sperequazioni. Da gogna.

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