Più delusione che rabbia. Di sicuro «oggi non ci sono le condizioni. In futuro chissà…».
Domenico Iannacone, da nome di punta della lista Pd che avrebbe potuto essere a molisano che si è fatto strada altrove e per ora resta lì. Il suo altrove è la Rai dove racconta storie di marginalità e dolore ma pure di dignità e riscatto. Nei giorni in cui maturava il suo passo indietro, dopo un approccio iniziale coi vertici dem che invece lo aveva stimolato a valutare e accettare la sfida, è rimasto in un ostinato silenzio. La scelta era piaciuta all’opinione pubblica e anche al Nazareno, si racconta. Ma i posti a disposizione – in termini di candidature – non erano abbastanza per tutti. E un collegio non vale un altro, la battaglia del Senato non è come quella per la Camera e via così. Via di politichese e di politica.
Alla fine nel pomeriggio clou, mentre Renzi rinviava la direzione inizialmente prevista al mattino alle dieci e mezza di sera e intanto con il suo staff incontrava i coordinatori regionali, Domenico Iannacone ha detto definitivamente no. In quell’incastro non ci si ritrovava. «Avrei rischiato anche in termini di credibilità, a patto che ci fosse condivisione del percorso. Ma personalismi ed egocentrismi della segreteria regionale del Pd mi hanno fatto desistere», dice ora. Senza nomi ma eloquente. Senza rabbia ma deciso.
Impegnato nel rinnovo del contratto con la Rai, l’autore de I Dieci comandamenti viene contattato dal Pd Molise. Incontra i vertici, la segretaria Fanelli e chi con lei stava lavorando alle proposte di candidatura. La notizia trapela, si crea un certo entusiasmo. Iannacone conferma di aver ricevuto messaggi di incoraggiamento e stima dai molisani che lo avrebbero voluto in corsa per il Parlamento. Certo, come è fisiologico, anche messaggi di segno opposto, consigli di lasciar perdere. Poi il raffreddamento, trattative e chiacchiere. Fino a un ipotetico ticket con Giovanni Di Stasi. Ipotesi sulla carta ideale – con Di Stasi si conoscono e stimano – ma nata e proposta però l’ultimo giorno. All’ultimo momento. E alla fine neanche Di Stasi accetta, la girandola va avanti per ore. Il tandem sul Senato, a sorpresa, è Colavita-Venittelli.
Se si fosse candidato, sarebbe stato – spiega il giornalista nato professionalmente a Teleregione – per passare dal racconto di una storia che può essere diversa e migliore alla costruzione concreta di un Molise diverso e migliore. «Un impegno per incidere nelle cose, perché la politica deve incidere». Avrebbe messo in gioco il nome, il successo, la credibilità. È il prezzo che si paga schierandosi. «Ma la responsabilità significa questo…».
Non era questo il momento evidentemente. Nessun fatalismo, Iannacone ha chiara la sua cognizione dei fatti. «Non mi piacciono i personalismi e gli egocentrismi. È questo che mi ha fatto fare un passo indietro».
ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.