In vista delle prossime elezioni politiche, le Acli del Molise sottopongono ai candidati impegnati sul territorio regionale un documento condiviso da tutte le Acli italiane sulle “tante” cose da fare, nella forma di proposte da condividere da parte dei candidati al parlamento.
Il titolo scelto per il documento è decisamente emblematico: «Al Lavoro con le Acli. Le nostre idee e proposte in vista delle elezioni politiche del 2018». E le domande iniziali decisamente evocative: «Quale Italia vogliamo per noi e per i nostri figli? Come ci immaginiamo questo Paese tra qualche anno? Crescerà? Che casa degli italiani sarà?».
Il documento delle Acli, sottoposto all’attenzione di tutte le forze politiche impegnate nella campagna elettorale nel territorio molisano, «vuole essere uno stimolo – spiega il presidente delle Acli di Isernia e commissario delle Acli di Campobasso Enzo Scialò – per tutti coloro che attraverso il loro ruolo di rappresentanza hanno la consapevolezza di affrontare questioni complesse in grado di coinvolgere la collettività nello scegliere il proprio destino».
Il documento delle Acli evidenzia la necessità di individuare proprio la campagna elettorale come quello spazio naturalmente destinato a confrontare tutte quelle risposte in grado di leggere la realtà e di cogliere i segnali di futuro.
«Il nostro contributo al dibattito politico – continua il presidente Scialò – si sintetizza in una sola ed esplicita domanda, a cui tutti i rappresentanti delle forze politiche impegnate potrebbero dare una risposta: cosa serve realmente e necessariamente a questo Paese?».
Il documento che le Acli Molise hanno presentato alla stampa e da sottoporre all’attenzione delle forze politiche in previsione delle elezioni del prossimo 4 marzo contiene 43 proposte concrete su lavoro, welfare, ambiente ed Europa, «dalla famiglia, all’impresa, dall’associazionismo al bene comune, dall’Europa alla singola e semplice persona, sono gli ambiti su cui mettere in sicurezza il Paese per sperimentare nuove forme di politica, di economia, di relazione pubblica, ripartendo dal patto fiscale, dal welfare, dall’ampliamento della formazione e dell’istruzione», ha dichiarato il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini. E nella scia del suo presidente nazionale pure il presidente regionale del Molise, Francesco Grande, dichiara che «anche le Acli molisane dovranno fare la propria parte. Continueremo a svolgere un ruolo attivo e concreto nella lotta alla povertà e le tante campagne a cui in questi anni abbiamo partecipato e animato stanno lì a dimostrarlo».
In vista del 4 marzo, le Acli invitano le forze politiche a un confronto che possa far emergere con chiarezza quale Italia vogliono, con che progetti concreti, con che sogni, con che tempi. Inoltre, le Acli continueranno nella loro operazione di pedagogia istituzionale animando le città, le provincie, i piccoli centri del territorio italiano con incontri, dibattiti e confronti per arrivare all’appuntamento elettorale informati e consapevoli.
«Ci sembra inutile sprecare il nostro tempo – ancora il presidente delle Acli Enzo Scialò – a dire qualcosa contro qualcuno, non deve appartenere a nessuno alcuna forma di rancore o di risentimento. È necessario pensare tutti a quale Italia vogliamo, quale idea di Paese abbiamo».
E il presidente Rossini aggiunge che «a tutti i nostri concittadini chiediamo di non perdere l’occasione per esserci, per partecipare e votare. Ci sono momenti in cui esserci non è importante: è l’unica cosa che conta». E aggiunge scrivendo: «Sta mancando una pedagogia della proposta politica, perché sono troppi quelli che hanno una soluzione facile e semplice per ogni problema. Ma ogni problema si connette con un altro e poi con un altro ancora, con tempi più o meno diversi, in una relazione intima che – come ha scritto con straordinaria chiarezza papa Francesco nella Laudato Si’ – ci dimostra che nel mondo tutto è connesso, la povertà con l’ambiente, la criminalità con l’educazione, lo sport con l’economia, la finanza con il territorio… Connettere le questioni è politica: è riacquistare un “pensiero lungo” così necessario alle questioni intergenerazionali, che non sono risolvibili tra un’elezione e l’altra. E allora: riusciamo a trasformare il dibattito politico in un laboratorio di pensiero politico che sappia orientare il Parlamento su grandi questioni che oggi vanno ripensate? La casa, la scuola, il lavoro, l’assistenza, la sanità, la previdenza… c’è un modo per ripensarli in modo ordinato, nuovo e contemporaneo? Possiamo scegliere alcuni driver, alcuni fattori, che possono guidare lo sviluppo e su questi avviare una grande opera di ripensamento?».
Nel loro documento le Acli assumono un ruolo decisamente propositivo. Affermano con chiarezza che non intendono fare proclami politici, né nutrire l’ambizione di elaborare programmi elettorali. Non rientra nei compiti delle Associazioni cristiane dei lavoratori supplire ad una funzione che spetta ai partiti. Ciò non toglie che non rinunciano a dire la loro sui principali rischi ed opportunità legati agli scenari economici e sociali che si prospettano all’orizzonte.
«L’obiettivo del documento è chiaro ed univoco – dichiara il presidente Scialò -, nessun equivoco, vuole essere uno strumento utile per prepararsi all’appuntamento con le elezioni, elaborando idee e proposte sui temi e sui problemi che giornalmente rappresentano la parte attiva del nostro agire quotidiano nella società, un modo concreto anche per prestare ascolto ai notevoli e numerosi bisogni dei cittadini».
«Dobbiamo prende atto – conclude il presidente regionale delle Acli, Francesco Grande – che è da tempo finita l’epoca delle ideologie, il voto ha da tempo smesso di essere il riflesso di una appartenenza. I leader e i partiti ora sono chiamati ad offrire buone ragioni agli elettori per recarsi alle urne. Ad ogni singola elezione. Buoni programmi, certo. Ma anche una visione del futuro che sappia coinvolgere e convincere i cittadini».

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