L’ultima frontiera delle indiscrezioni – quando l’attesa di una nomina arriva a toccare i sei mesi restano solo quelle – racconta dell’idea di affidare le sorti del piano di rientro dal debito sanitario in Molise a un generale della Guardia di Finanza.
Che sia di un alto ufficiale delle Fiamme Gialle quel nome che, ha detto la ministra Grillo al deputato Federico, è già sul tavolo del ministro Tria? O è invece il ministero dell’Economia (da cui dipende la Gdf) a volere inviare un Molise un altissimo ufficiale del suo organico? Non è dato sapere. Quello che invece trapela è il gradimento a questa ipotesi che si sarebbe registrato, raccolto da commenti che si fanno nei corridoi, da parte degli ambienti dell’Asrem. Anche in questo caso l’indicazione si ferma a metà e sfiora il gossip: forse il militare è calabrese e quindi conosciuto dai direttori, generale e amministrativo, che proprio dalla Calabria provengono? Oppure, invece, è noto ai quadri dirigenti perché si è già occupato di sanità?
Domande, solo quelle per ora. Perché, sostengono con forza entrambi i parlamentari dei 5 Stelle interpellati da Primo Piano sul punto, la delegazione molisana ‘a 5 stelle’ non conosce i nomi che sarebbero sul tavolo di Tria. Quasi impossibile crederci: sono ingenui e fideisti o invece reticenti per disciplina di partito. Questo pensa l’uomo della strada. E sarà anche per questo che dalle dichiarazioni di Antonio Federico e Luigi Di Marzio emerge, netta, la volontà di chiudere questa pratica. Impegnato in Commissione sul decreto Genova (in fase di conversione in legge), Federico ribadisce solo che a suo parere i tempi sono maturi. L’incompatibilità fra presidente e commissario è inserita nel decreto Semplificazione, al vaglio del Capo dello Stato. Quando arriverà il visto e il testo sarà pubblicato in Gazzetta, taglia corto Federico, «la dico semplice: non avremo più scuse».
Il senatore Di Marzio è in partenza per Roma quando risponde al telefono. Conferma anche lui che i parlamentari locali non conoscono le indicazioni dei Ministeri per il commissario. Ma è molto chiaro al riguardo: «Se si tratta di controfigure io dirò no». Non solo: non ha intenzione di venirlo a sapere dai giornali, è una decisione che riguarda il territorio che lui rappresenta. Uno smacco del genere sarebbe considerato uno sgarro, si intuisce. E Di Marzio non è tipo da mandarle a dire. Senza contare che a Palazzo Madama i numeri della maggioranza sono risicatissimi. «Capisco che la scelta vada condivisa con il socio del contratto (la Lega, ndr), ma la condivisione va allargata a tre soggetti: anche noi rappresentanti del territorio dobbiamo essere d’accordo. Per essere chiari: non sono disposto ad avallare scelte che non siano la concreta manifestazione della volontà di cambiare le cose e di mettere i malati molisani al centro dell’offerta di servizi. Sono passati sei mesi – conclude – e non c’è nessuna ragione plausibile per non affrontare questo tema».
Intanto, stamane al Cardarelli il governatore Toma presenta la riorganizzazione dell’oculistica pubblica.
r.i.

2 Commenti

  1. Domenicocristofano@yahoo.it scrive:

    Toma potrà gestire le competenze che riguardano la presidenza della giunta regionale: per quanto riguarda la sanità, la Regione essendo commissariata nell’ambito della sanità dallo stato centrale, non ha voce in capitolo in materia.

  2. Arianna di Biase scrive:

    Peccato che l’attuale reggente del relativo dicastero sia proprio un pentastellato! Io non sono affatto a favore di Toma in qualità di commissario, né tantomeno di chiunque si trovi attualmente nel calderone della politica nostrana, ma possibile che si debba attendere così tanto?? O il ministro ha le idee poco chiare come le ha sui vaccini? Per fortuna che è un medico! E la sua visita in Molise all’indomani della scomparsa di un giovane uomo di Larino? Siamo alla farsa più pura…

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