Racconta di un’ottima impressione, si dice quindi fiducioso che quanto ha rappresentato al premier Giuseppe Conte da presidente della Camera di commercio del Molise sarà tenuto nella giusta considerazione.
«Mi è sembrata una persona attenta, con la voglia di capire realmente le problematiche. Non ha la strafottenza di Renzi, anzi ho visto umiltà. Non è presuntuoso, non presume cioè di sapere cosa fare, in questo vedo la differenza con Renzi. L’ho visto – dice Paolo Spina – davvero come ‘avvocato del popolo’, Conte sta girando il territorio per comprenderne le esigenze ed è attento alle richieste».
Sostanzialmente, nell’incontro programmato a margine della riunione dei sindaci, Spina gli ha consegnato un documento di sintesi e rappresentato l’emergenza infrastrutturale del Molise. Una rete stradale inidonea e insicura, «che dovrebbe essere mantenuta». È questo il punto di partenza, sottolinea il presidente della Camera di commercio, «perché nessun progetto di sviluppo è possibile senza infrastrutture materiali e immateriali». La prima necessità, dunque, è «un piano straordinario di ordinaria manutenzione». Ugualmente prioritario è un intervento di “velocizzazione” della viabilità su gomma da Venafro a Termoli (indipendentemente dalla soluzione specifica che si troverà, quattro corsie o altro) e di realizzazione di una variante stradale a Venafro, che alleggerisca il traffico nel centro cittadino verso Roma.
Quanto alla ferrovia, Spina propone l’attivazione immediata dell’esercizio della parte elettrificata già esistente e operativa da Roccaravindola (con treni bimodali) nelle more dei lavori che interesseranno la tratta fino a Isernia e poi a Campobasso: un vantaggio, spiega, per l’ambiente e le casse regionali, grazie al minor costo dell’energia elettrica rispetto a quello del gasolio, nonché nei tempi di percorrenza. Un’ulteriore riduzione di circa 30 minuti in questo senso deriverebbe da una variante nel tratto Vinchiaturo-Bojano (6 chilometri). Interventi, sottolinea Spina e lo ha rimarcato anche a Conte, che sono «obbligatori per lo sviluppo del turismo in Molise, ancor più che per altre realtà».
Altro tema toccato nel briefing con il presidente del Consiglio dei ministri, l’idea di una moral suasion nei confronti dei Comuni di dimensioni più ridotte, con la previsione di una forte premialità per gli enti che deliberino percorsi di razionalizzazione, dapprima attraverso la gestione comune di servizi sino ad arrivare a vere e proprie fusioni. «L’accorpamento dei Comuni porterebbe ad un efficientamento nell’utilizzo delle risorse pubbliche, senza arrecare danni ai cittadini grazie anche ai processi di digitalizzazione (supportati dagli investimenti infrastrutturali già citati) e inoltre assicurerebbe l’attuazione degli indirizzi impartiti dalle istituzioni su una più vasta area del territorio».
Onfine, un passaggio sulle autonomie nell’era del regionalismo differenziato. «Non sono preoccupato per la creazione delle macroregioni – conclude Spina – purché il principio cardine su cui esse vengono istituite sia quello costituzionale dell’uguaglianza. Le macroregioni devono essere costituite su criteri omogeneità in termini di popolazione residente per garantire gli stessi diritti in ciascuna di esse, attraverso il raggiungimento di un break-even non solo a livello economico ma anche sociale».
r.i.

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