Non ci sono ostacoli insormontabili nella trattativa fra Pd e 5 Stelle. Anzi, aggiunge il capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio, c’è convergenza sui temi ambientali e sociali.
Questioni ambientali e climatiche che sono prioritarie per il parlamentare molisano dei 5 Stelle Antonio Federico. «Dalle fonti rinnovabili alla decarbonizzazione, fino all’economia circolare e alla strategia rifiuti zero. Sarebbe impensabile riproporre questi temi a chi in quattordici mesi ci ha sistematicamente ostacolato in Commissione Ambiente con i suoi continui “no”», chiaro il riferimento alla Lega nella sua riflessione post consultazioni.
Chiara anche la sua posizione a favore del tentativo in corso coi dem. «L’assemblea dei gruppi per acclamazione ha dato mandato ai capigruppo, in questa prima fase, e al capo politico di sedersi al tavolo con Delrio e Marcucci per vedere come declinare il taglio dei parlamentari e capire quali margini ci sono sugli altri punti». Per Federico i cinque votati dal Partito democratico sono punti più blandi rispetto ai dieci indicati dai 5 Stelle. «Se sei al governo ha dossier da portare avanti, mi riferisco alle crisi industriali, alle politiche energetiche ad esempio. Conta comunque che al Pd noi diciamo: siete disponibili a portare avanti queste cose? Il come lo si decide insieme, ma queste sono le cose da fare». E i margini? «Ci sono – risponde convinto Federico – ed è l’unica soluzione. Quella di un governo stabile. Perché Mattarella è stato chiaro. In caso gli si prospetterà una situazione che anche per qualche aspetto non garantisca la stabilità non darà il mandato».
Salvini, dal canto suo, non si arrende. Parla alla pancia dei pentastellati, mai col Pd, ripete da pifferaio il capo della Lega. Di Maio premier, l’offerta, e facciamo ripartire l’Italia. «A me la minestra riscaldata non è mai piaciuta. Come massima di vita proprio lo dico. E aggiungiamo pure che questo piatto già non era granché…», spara deciso Federico. «È il mio pensiero ma in assemblea è stato condiviso. Certo… qualche nostalgico c’è».
La casella più difficile, quella del premier. Conte sembrava dimenticato, ieri sera Grillo lo ha rilanciato. «Per me Conte sarebbe la scelta migliore ma bisogna capire anche la sua disponibilità», risponde il parlamentare tornando alla sua proverbiale cautela. Che rafforza in vista della domanda di rito, quando sta per cambiare il governo e il tuo partito ne è ancora l’azionista maggiore: per i molisani si può ipotizzare una rafforzamento della rappresentanza? «Abbiamo già sei parlamentari come regione…». E un 5s sottosegretario? «È davvero troppo prematuro fare questi discorsi… Risentiamoci fra una settimana».

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