Nessun hotel extralusso né spese folli con i soldi dei contribuenti. Salvatore Micone e Andrea di Lucente, finiti nel tritacarne mediatico dopo le dichiarazioni di fuoco del capogruppo dei 5 Stelle di Palazzo D’Aimmo, replicano a muso duro alle accuse mosse da Andrea Greco.
La missione istituzionale a Bruxelles, per la “Settimana europea dei Comuni delle Regioni”, è il motivo del viaggio che i due rappresentanti istituzionali spiegano nel dettaglio. L’unica, tra l’altro, per il presidente del Consiglio regionale.
Salvatore Micone rintuzza l’insinuazione. «Un hotel normalissimo, ma quale Merkel. Bruxelles in quei giorni era stracolma: aver prenotato all’ultimo momento, perché ho dovuto prima verificare gli altri impegni istituzionali, ha comportato costi di alloggio e di viaggio superiori a quelli standard, come del resto accade di norma». Il vertice di Palazzo D’Aimmo, ospite assieme al collega Andrea Di Lucente del talk show di Pasquale Damiani andato in onda venerdì sera, racconta di aver tentato, solo qualche giorno fa, una simulazione di una prenotazione per quello stesso hotel, per verificare il costo del pernottamento in un periodo nel quale la capitale europea non è presa d’assalto da rappresentanti delle istituzioni provenienti da tutta Europa. «Costi normalissimi – conferma – , 100 euro a notte».
Non è un albergo di lusso, rimarca ancora, «non credo proprio che la Merkel soggiorni in quell’hotel quando è a Bruxelles».
Un conto da tremila e 400 euro in due (somma che comprende le tre notti in hotel, il volo andata e ritorno e una cena): questa la cifra totale per la missione istituzionale a Bruxelles rimborsata ai due esponenti istituzionali molisani e finita nel mirino di Andrea Greco, definito dai due consiglieri di maggioranza «il fustigatore». E qui il discorso si fa politico. «Siamo stati eletti per fare i legislatori – rilancia il presidente del Consiglio regionale – e i cittadini ci pagano per questo: Andrea Greco non fa il legislatore, porta avanti un’azione inquisitoria. Ma ci sono altri organi che si occupano di questo. Nel momento in cui Greco verifica situazioni che ritiene non siano legittime, può recarsi dagli organi competenti. Non può mettermi sulla lavagnetta, come si fa in Questura quando si arresta qualcuno, perché in quel modo trasmette all’utente social che il consigliere ha commesso un reato. Questo è l’errore ma questi artifici, lui, li utilizza di continuo, con la platealità che usa ogni martedì in Consiglio regionale».
Le carte relative alla missione a Bruxelles dei due esponenti della maggioranza sono stati consegnati al consigliere Greco subito dopo la sua richiesta di accesso agli atti. «Tempo tre giorni e ho adempiuto alla richiesta, anzi gli ho anche detto che se mancava qualcosa non aveva che chiedere» racconta Micone.
Diverso il discorso di Andrea Di Lucente. Che non è titolare di alcuna carta di credito regionale e che, in qualità di consigliere, deve essere prima autorizzato alla missione. Espletato questo passaggio, dopo il ritorno in patria, Di Lucente ha rendicontato le spese, presentando tutte le fatture comprese le ricevute del volo andata e ritorno. «Noi soldi non ne abbiamo rubati – chiarisce – l’unico errore di cui ci assumiamo le responsabilità, è di aver prenotato all’ultimo momento. La cena a base di pesce? La sola rendicontata nei tre giorni di missione. Greco ha voluto solo sottolineare che quella cena ci è costata 89 euro: eravamo in un ristorante assieme ad altri esponenti istituzionali e parlamentari. La prossima volta – chiosa il capogruppo dei Popolari per l’Italia – diremo: scusate, non possiamo venire perché in Regione Molise ci bacchettano». Le altre spese di vitto, questa la sintesi del discorso, relative ai tre giorni di permanenza a Bruxelles, i due consiglieri le hanno pagate di tasca propria.
Il discorso vira sul presunto accordo di non belligeranza stretto tra Greco e Iorio. «Non gli ho mai sentito dire nulla contro l’ex presidente – s’inalbera Di Lucente – gli attacchi sono sempre e soltanto contro di me, contro l’assessore Niro, contro il presidente Micone. Ancora nemmeno una parola per tirare in ballo Michele Iorio».
La querelle si sposta su un altro piano, quello politico. E di certo è destinata ad una seconda puntata.
ppm

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.